Acri. Appena due chilometri costati decine di milioni di euro. Otto viadotti e due gallerie per un progetto che, dopo quattordici anni, non riesce a vedere la luce.
Stiamo parlando dell’ammodernamento della Satale 177, meglio conosciuta come Sibari –Sila. Un progetto ambizioso per avvicinare la zona ionica alla Sila. Dopo anni, però, solo ammasso di cemento, errori tecnici, inchieste della magistratura. Al momento i lavori sono fermi e gli automobilisti non possono usufruire né della nuova arteria ma nemmeno della vecchia, ridotta a brandelli da ruspe,camion, escavatori. L’idea era nell’aria già negli anni ’70 e nei ’90 la Comunità Montana Destra–Crati la fa sua, commissionando alla società Bonifica la stesura di un primo possibile tracciato. Trascorrono gli anni e nel 2002 l’opera fu inserita nell’Accordo Programma Quadro e nel 2003 nel programma opere pubbliche dell’Anas. La spesa complessiva prevista è di 200 milioni. Si comincia con un primo lotto, grazie alla giunta regionale Chiaravalloti ed all’assessore ai regionale ai lavori pubblici, Misiti che predispongono un progetto preliminare sulla base di un primo stanziamento pari a quasi 30 milioni di euro: 20 di fondi Fas su delibera Cipe e 10 per trasferimento di risorse. I lavori del primo lotto interesseranno i comuni di San Demetrio Corone, Santa Sofia D’Epiro e marginalmente Acri per circa 8 km. Siamo nel 2004 e l’Anas, che avrebbe dovuto costruire la strada, si tira indietro e subentra la Provincia di Cosenza guidata da Mario Oliverio che diventa Ente attuatore. Nel 2007 il progetto viene spedito all’Ue. Il bando è pronto. Circa 30 milioni per il primo lotto funzionale che inizia da contrada Nicola Orazio (San Demetrio) e finisce a contrada Calamia (Acri). Sono previsti otto viadotti e due gallerie: Rotonda, lunga 150 metri e Calamia 400 metri. Entrambe terminate ed inaugurate alla presenza di autorità ed esponenti politici con buffet, sorrisi, abbracci. Siamo nel 2008, la Provincia ci mette altri 5 milioni sicchè ora sono 35 i milioni a disposizione. Alla gara di appalto partecipano in 11 e se l’aggiudica, provvisoriamente, un’Ati; Roan Srl, Costruzioni ed Impianti Europa e il capogruppo, il Consorzio Stabile Infrastrutture.
L’aggiudicazione definitiva arriva nel 2009 con un ribasso del 24,% ma dopo un po’ ecco i subappalti. Durante i lavori, in una zona impervia ed orograficamente difficile, compaiono gravi problemi tecnici. Pare che, infatti, tra quanto già realizzato e quello ancora da costruire ci sia un notevole dislivello. Serve la dinamite per creare una breccia nella montagna. Nessuno se la sente e nessuno autorizza anche perché, secondo voci insistenti, pare che in questa zona siano state sotterrate decine e decine di bidoni contenenti materiale altamente tossico. La consegna di questo primo lotto era prevista per dicembre 2013. Non sono bastati quattordici anni di lavori per l’importante tracciato ed ora i tempi di consegna si allungano e non di molto. Semmai i lavori riprenderanno.
Oggi, chi passa da quelle parti, vede solo cemento, mezzi fermi e strade comunali dissestate. Dopo quattordici anni, quindi, la Sibari-Sila resta un’incompiuta.
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