Acri. “Gli studenti che ho incontrato? Preparati e non banali.” Giuseppe Tornatore, regista siciliano, ad Acri per ricevere il Premio Padula, “Sezione internazionale Vincenzo Talarico”, ci tiene subito a precisare questo aspetto. Lo incontriamo poco prima che sale sul palco. Disponibile, sorridente e per nulla infastidito. Una cosa rara. “Gli studenti, dice, hanno dimostrato di aver visto attentamente i miei film dai quali hanno tratto le cose più essenziali. Ho notato passione e preparazione. Complimenti.”
E se qualcuno di loro volesse intraprendere la carriera di regista o attore? “Non sono in grado di dare consigli, ma posso dire che occorrono sacrifici e passione.”
Un ennesimo Premio, questa volta in una città di provincia. “I Premi sono importanti anche perché si conoscono altri premiati e posti nuovi e si sta tra la gente, noi del sud amiamo molto il contatto fisico.”
Sulla Calabria dice: “la conosco bene, per tante ragioni, qui ho trascorso molte estati, per noi siciliani è una zona di passaggio. Ha molte potenzialità, spesso mal vendute e, quindi, poco conosciute.”
Sullo stato di salute del cinema, glissa ma esprime un sorriso amaro: “è una domanda che mi fanno tutti, oggi preferisco non rispondere.”
Clara Sanchez, premiata per la sezione narrativa internazionale, è rimasta affascinata dall’accoglienza e dalla bellezza della Calabria: “un onore essere qui ed aver incontrato gli studenti, la scuola ha un ruolo importante e dove, mi auguro, i ragazzi siano invogliati alla lettura. E’ la prima volta che vengo in Calabria, in soli due giorni ho potuto apprezzarne luoghi incantevoli che mi ricordano la mia Spagna, non è escluso che possa essere uno stimolo per un mio prossimo libro.”