“Un altro Santo si aggiunge a quelli della nostra regione. La nostra è una terra di Santi che proprio per questo deve proiettare l’immagine vera che esprime.”
Queste, le parole del Presidente della Regione Mario Oliverio, nel pomeriggio ad Acri per la i festeggiamenti in onore di Sant’Angelo d’Acri, con la Messa di ringraziamento officiata nell’Anfiteatro comunale dall’Arcivescovo di Cosenza- Bisignano Mons. Francesco Nolè, alla presenza di numerose autorità. Un momento di grande gioia e festa per la città silana e la sua comunità, seguito alla Canonizzazione da parte di Papa Francesco, lo scorso 15 ottobre, del Frate Cappuccino, al secolo Lucantonio Falcone, nato ad Acri il 19 ottobre 1669 e qui morto il 30 ottobre del 1739, beatificato nel dicembre del 1825, i cui resti mortali sono venerati nella Basilica del centro silano a lui dedicata. “ L’immagine della nostra terra è spesso sfregiata da uno stereotipo negativo, da fatti negativi che però interessano e hanno interessato la minoranza, e non la stragrande maggioranza del popolo calabrese, che è fecondo in quanto a santità che ha generato” ha detto ancora Oliverio che ha anche partecipato alla solenne cerimonia di Canonizzazione a San Pietro. “Lo stesso Sant’Angelo d’Acri- ha aggiunto- che è espressione di un territorio particolare, vasto, che insiste sulla città, sulla Sila, segue Sant’Umile da Bisignano, non lontano da qui. E’ questa una ricchezza, che dobbiamo fare in modo di esaltare, certamente in termini spirituali ma anche come espressione dei valori di questa nostra terra. Anche per questo stiamo pensando al Percorso dei Santi come via capace di valorizzare questa ricchezza che non è di tutti i territori, e che in altri non è della stessa dimensione in cui lo è in Calabria. Siamo entrati già nell’Atlante dei Cammini prodotto dal Ministero dei beni culturali- ha ricordato al proposito il Presidente della Regione- , con il Cammino di San Francesco e con quello delle Serre-Aspromonte; abbiamo altre candidature e mi auguro possa chiudersi su quello di Sant’Angelo d’Acri e Sant’Umile fino a San Giovanni in Fiore con Gioacchino da Fiore. Anche per questa strada- ha concluso Oliverio- credo che la nostra ricchezza possa essere capitalizzata, in termini di valorizzazione dei contesti territoriali e di crescita delle culture e della società.”
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