Estasi, magia, passione, divertimento: la notte del liceo Classico si trasforma in un avvenimento per Acri, tra centinaia di performance teatrali, l'amarcord degli ex alunni, le testimonianze e tanti, tanti cittadini che si sono riappropriati delle aule della scuola.
Protagonisti assoluti i ragazzi dello Julia: 1200 minuti di recitazione, guidati dalla grande capacità artistica dell’ex alunno Pier Paolo Malito, durante i quali gli studenti si sono rivelati un’unica grande comunità che condivide valori e ideali, mettendo in gioco talento e creatività per dimostrare che la solitudine e l'alienazione, che attanagliano il mondo giovanile, si possono superare volando alto sulle ali della cultura.
Tra le aule e i corridoi, spaziando tra commedia, tragedia, epica, poesia amorosa, si è materializzata perfino Ipazia, intervistata per raccontare un'esperienza straordinaria vissuta quasi 2500 anni fa ad Alessandria d'Egitto, e testimoniare di un tempo quando il Sapere era unico, non distinto fra umanistico e scientifico. La “Notte del Classico”, nata da un'iniziativa di Rocco Schembra, docente al liceo di Acireale e diventata un evento nazionale di grande rilievo, vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della cultura classica che, nella sua profondità e molteplicità, è l'unica ancora capace di garantire una formazione dalle “spalle larghe”, “acceleratore nella realizzazione di grandi ambizioni”, come recitano le parole della canzone-inno con la quale in tutta la Penisola si è aperta la manifestazione. Un obiettivo pienamente raggiunto allo Julia, preso d'assalto da tantissimi cittadini di Acri, curiosi, interessati, appassionati, pazienti nel girare fra tutte le classi per assistere ai lavori prodotti dagli studenti.
La serata è stata ricca di spunti, dai saluti della Dirigente Rosa Pellegrino, che ha sottolineato l’importanza di questo indirizzo di studio e il valore fondante delle lingue classiche, alle testimonianze di alcuni ex alunni, oggi affermati e stimati professionisti in diversi campi. Tra essi il dottore Raffaele De Vincenti, che dopo aver ribadito la portata enciclopedica della cultura classica e la sua capacità di sviluppare il senso critico e autocritico, ha tenuto anche a precisare la differenza tra la “vecchia” scuola medica, di formazione classica, e la scuola cosiddetta “moderna”, una differenza che ha efficacemente sintetizzato nell’affermazione “io non curo il fegato, ma la persona”. Anche l’avvocatessa Mariarosaria Coschignano ha espresso l'amore che ancora la lega ai classici e ha spiegato come la conoscenza del Latino e del Greco e lo studio della retorica e dell’oratoria antica siano stati fondamentali nella sua carriera professionale. Breve, ma efficace l' intervento dell'assessore alla cultura Maria Mascitti, che ha testimoniato, anche attraverso un messaggio della figlia, già alunna dello Julia, l’alto spessore formativo ed educativo del liceo classico. Il dottore Paolo Siciliano, membro di una famiglia che, come ha tenuto a dire, ha confermato nel corso delle generazioni la sua piena fiducia in questo liceo, ha ricordato come anche la grande fisica, direttrice del CERN, Fabiola Gianotti non perda occasione per ribadire l’importanza della formazione classica nella sua vita da scienziata, e ha poi letto, tra commozione e orgoglio la bella e toccante “Lettera a un amico”, scritta dalla figlia Angela, brillante alunna dello Julia in anni recenti. Particolarmente rilevante l'intervento di Franca Azzarelli, che ha sollecitato i ragazzi a camminare sulle orme di Vincenzo Julia, a cui è intitolata la scuola, citando un episodio: “Un amico di Julia, Angelo Perri, un giorno gli chiese: “Cosa scrivi?”. La risposta fu chiara: “Io niente, studio. Perché senza degli studi forti, mai potrò scrivere fortemente. Io accumulo materiale, studio e poi… la musa saprà come fare”. Lo studio rende grandi, rende forti, rende poeti e artisti. Lo studio rende liberi”.
Unico neo, nella “Notte nazionale del liceo Classico”, la mancanza di spazi: l'Auditorium dell'istituto è incredibilmente chiuso da anni e quasi nessuno più ricorda il perché, dopo che la Provincia aveva condotto dei lavori per migliorarne l'acustica e renderlo più accogliente. Uno spazio unico, al servizio di una città come Acri che manca strutturalmente di aree destinate a eventi culturali, rimasto malinconicamente estraneo alla festa dello Julia.
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