A distanza di sei mesi dalla canonizzazione, esce il primo libro su Sant’Angelo d’Acri. si intitola “Il santo cappuccino Angelo d’Acri”, scritto da Giustina Aceto.
Oltre cento pagine edite da Tav edireice, al prezzo di tredici euro. Nel volume, la Aceto fa rivivere il personaggio religioso attraverso i percorsi della storia, della documentazione archivistica e dell’arte, dell’icnografia e della bibliografia, puntualmente scandagliati e opportunatamente segnalati per chi trova ristoro nella conoscenza sicura a servizio della verità e per chi ha occhi ed anima per vedere la bellezza del segno dell’arte portata alla luce da una ricerca ardua ed appassionata insieme.
Nelle oltre cento pagine trovano spazio, la biografia del Santo, i miracoli, la beatificazione, ma anche tante foto che ritraggono immaginette e dipinti e soprattutto tante notizie inedite.
Giustina Aceto è laureata in lettere ed è specializzata in archeologia cristiana. Si occupa della valorizzazione dei santuari cristiani in Italia ed all’estero.
Ha all’attivo numerose pubblicazioni. Luca Antonio Falcone nasce ad Acri il 19 ottobre 1669.
A 19 anni entra in convento ma poco dopo tempo ritorna a casa per poi rientrare definitivamente tra i Frati, nel Convento di Belvedere Marittimo, ed indossare l’abito nel 1691 con il nome di Frate Angelo.
Seguace di san Francesco d’Assisi, diventa il grande missionario dell'Italia meridionale e lo sarà per quasi quarant'anni, rifugge da cariche pubbliche e possiede i doni delle estasi, delle profezie e delle guarigioni miracolose e si schiera dalla parte dei deboli contro gli abusi e le prepotenze dei potenti, castiga la corruzione e denuncia con passione e accanimento le ingiustizie sociali.
Vive nella massima povertà, carità e purezza. Muore ad Acri il 30 ottobre 1739. Viene proclamato Beato da Papa Leone XII° nel 1825.
Viene canonizzato nell’ottobre dello scorso anno. Le sue ossa, ricomposte, sono custodite all’interno dell’urna bronzea nell’ampia Basilica.
Accanto ad essa sono presenti il convento dei Frati cappuccini, il museo, che custodisce alcune reliquie, la cella, dove soleva riunirsi in preghiera e la casa cappella.
Diversi sono i miracoli ed i prodigi a lui attribuiti ed affrescati all’interno della basilica e del chiostro.
Tanti sono gli hobbisti che, in occasione della santificazione, hanno realizzato oggetti, di grandi e piccole dimensioni, esposti in diversi esercizi commerciali della città.
Un devoto, Marco Zaretta, invece, è in possesso di migliaia di santini che raffigurano sant’Angelo.
Molti, hanno anche trecento anni di storia. Zaretta le ha “scovate” ed acquistate su internet o presso mercatini specializzati.
In molte di esse la scrittura è in lingua latina. Insomma hanno un patrimonio di inestimabile valore.
Sarebbe bello, visto che non è stato fatto in questi giorni di festa, che i frati cappuccini promuovessero un allestimento perché questi oggetti possano essere mostrati a residenti, turisti e religiosi.
Nei giorni scorsi il superiore della basilica, padre Francesco Donato, ha comunicato che da ottobre fino ad oggi oltre cinquemila pellegrini, provenienti da ogni angolo della regione, hanno reso omaggio a Sant’Angelo.
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