Ad Acri, il 7 marzo alle ore 18.00 presso la caffetteria Callipo, la scrittrice e regista, figlia e collaboratrice di Pupi Avati, parla del sogno che accompagna il suo primo libro “Il silenzio del sabato”.
«Mi sono chiesta: cosa poteva pensare davvero Maria? Cosa ha fatto nel momento più cruciale?
Il mio romanzo “Il silenzio del sabato” è un’ipotesi fantastica: la ricostruzione, dalla forte impronta cinematografica, di quanto vissuto da Maria, giovane madre di Gesù, durante il calvario del figlio e nel tempo sospeso che intercorre dalla morte alla resurrezione.
È già stato detto tutto, nell’arte e nel cinema, sul dolore di questa donna. Ma io ho voluto dare carne e sangue a questa icona, un’identità psicologica a questo archetipo universale della maternità. Le ho fatto compiere un viaggio on the road che in modo del tutto fantasioso - pur se rispettoso delle Scritture e basato su studi autorevoli - colma un vuoto narrativo lasciato aperto dai Vangeli.
È un romanzo classico, con un rispetto “genetico” del racconto, ma il cinema è nel mio dna e un taglio cinematografico lo attraversa dall’inizio alla fine con flashback e colpi di scena.
Certo, un mio grande desiderio sarebbe quello di vederlo trasformato in un film.
Nel suo viaggio più difficile, Maria affronta minacce e ritorsioni pur di trovare la misteriosa persona a cui porrà una domanda decisiva. Non rivelo quale. Ma è un vero azzardo…».
Cosi Mariantonia Avati descrive la sua opera, e sarà lei l’ospite d’onore finale di “Cine Book Food” - rassegna di cinema, letteratura e promozione del territorio.
Un’occasione rara per conoscere l’artista, sempre molto riservata e defilata.
L’appuntamento, a ingresso libero, prevede gli intermezzi musicali del maestro di violino Pasquale Allegretti Gravina e si inserisce nella cornice del festival di cinema calabrese “CineIncontriamoci” (che nelle varie edizioni ha ospitato grandi nomi come Carlo Verdone e Neri Parenti), creato e diretto da Mattia Scaramuzzo e promosso da Old Cinema, Fidapa Acri, Rotary Club Acri e Librinet.