Questa è la cronaca di una piccola, preziosa opera pubblica, realizzata a cura di HortusAcri, ad agosto, sotto il sole cocente, non dall’amministrazione comunale, ma con il generoso, disinteressato e prezioso contributo progettuale di giovani allievi e docenti architetti, con il sostegno di alcune sensibili aziende acresi, l’entusiasmo di una parte della città che se ne è appropriata man mano che veniva crescendo.
Parliamo della Piazza P48, Piazza della Restanza e dei Ritorni, realizzata su Corso Sandro Pertini, e donata da HortusAcri - insieme ad una prima opera di Arte Urbana dell’artista fiorentino Luca Mauceri - alla città di Acri, attraverso una formula trasparente, chiara, legale e democratica. Giova in questo frangente, una breve cronaca per riannodare la storia della Piazza P48 e andare oltre i cavilli legali-burocratici.
In Italia la formula del cosiddetto “Instant Urbanism” sta prendendo piede, ovunque, dalle grandi alle piccole città: in pratica, senza attendere i tempi lunghissimi e impossibili della pianificazione comunale, si realizzano, dal basso, piccole sistemazioni di spazi pubblici, sottraendoli al parcheggio selvaggio, al degrado, all’oblio.
Ad Acri abbiamo felicemente sperimentato questa formula con un Laboratorio di Design Resiliente che ha portato ad individuare lo spazio idoneo proprio sul Corso Pertini. Anche questa scelta, non casuale, ma con una strategia urbanistica - quella che senza dubbio manca a molte pubbliche amministrazioni - e sociale: nel luogo che sta decretando la “morte” lenta di molte attività commerciali e collettive, l’intento è stato quello di innestare uno piccolo spazio di ritrovo e rigenerazione urbana che possa, nei prossimi mesi e anni, determinare un meccanismo positivo di rilancio.
E così è stato ed è tuttora: i titolari delle pizzerie e i vari locali della zona, i cittadini che abitano le case intorno, i commercianti rimasti, dopo qualche iniziale scetticismo, hanno accolto con gioia la piccola piazza, anzi ci hanno chiesto repliche altrove, ci chiedono di acquistare le poltrone di legno per i loro locali; le mamme di bambini che non hanno spazi di gioco ci propongono di realizzarne una per loro, le scuole, i negozi e i bar che vorrebbero adottare il modello come spazio di attività esterne.
A tutti abbiamo risposto che non vogliamo sostituirci all’amministrazione comunale, non abbiamo aspirazioni e competenze in tal senso, siamo un’Associazione culturale e civica e vogliamo essere stimolo per questa e altre iniziative di qualità e originalità, restando a disposizione di tutti e dialogando con tutti.
La realizzazione della piazza ha seguito il normale iter urbanistico di ogni opera pubblica: progetto firmato da progettista iscritto all’albo, richiesta di concessione, certificato di regolare esecuzione alla fine dei lavori. Come riportato dalla stampa locale, tutto è filato liscio fino alla prima delibera di approvazione-adozione della giunta, poi nella seconda, necessaria perché i funzionari chiedevano “garanzie” da parte politica, qualche “abile” manina, a nostra totale insaputa, inseriva la formula “l’opera è temporanea e dovrà essere rimossa entro il 15 ottobre 2019”…
Come rimossa?
Abbiamo chiesto più volte spiegazioni via PEC, ma nessuno ha mai risposto alle ripetute richieste.
Se l’abbiamo donata e il comune ha “assunto” la donazione, è anche perchè ci siamo fatti e ci facciamo carico della manutenzione del legno, del verde, abbiamo inserito la rampetta per portatori di handicap e seguiamo ogni necessario passaggio come una creatura: perché demolirla?
Perché introdurre avvisaglie di spostamenti che ne segnalano la possibile fine? Se la città, in forma corale, ormai la ritiene un “segno” importante nel paesaggio urbano, perché disfarsi di questo piccolo, pregevole “salotto buono” per il quale il comune non ha speso un solo centesimo, che non ha gravato su bilanci pubblici e dei cittadini?
HortusAcri continuerà la sua azione pubblica e sociale, continuerà a proporre e realizzare progetti che fanno bene al territorio, con disinteresse e gratuità, per amore del passato, del presente e del futuro.
Non vogliamo certo pensare che ci sia un intento malevolo di voler “andare contro” l’Associazione (16 membri effettivi e tanti simpatizzanti) che è portatrice di un sano processo che parte dal basso, una azione politica civica e democratica - come accade anche altrove dalle Sardine, fino ai tanti movimenti spontanei, sani, leali, senza fini di lucro e interessi politici e partitici.
Cosa c’è da temere dunque?
Non sarà facile “spostare” la Piazza come se fosse un oggetto soprammobile, non sarà possibile collocarla altrove perché è stata pensata per quel luogo, e non sarà possibile perché un movimento di opinione contrario a questa ed altre scellerate idee “imposte dall’alto” si opporrà a qualsiasi decisione in tal senso.
Non sarà possibile perché è già oggetto di studi, è stata presentata in conferenze internazionali, ci sono pubblicazioni in corso, mostre nazionali sul tema dell’"Istant Urbanism” come esempio di qualità, in cui Acri compare come esperimento importante, come accadrà, tra le altre occasioni, il 2 dicembre con una lezione sul Design Resiliente ai corsi di Architettura del Paesaggio, della Laurea Internazionale del Politecnico di Milano.
La Piazza “P48, della Restanza e dei Ritorni”, ha inoltre un valore simbolico che va ben al di la della sua fisicità: vuol dire ricordare i due eventi storici dei due “48”, del 1848 con i moti rivoluzionari contro il potere reale, e del 1948 della rivolta contro il latifondo, e vuol dire saper accogliere il valore culturale del partire, restare, tornare, dando spazio alla memoria viva del meridione.
Demolirla significa anche negare il senso di questa non retorica, ma efficace celebrazione!
Chi gestisce percorsi di trasparenza pubblica deve fare i conti con la democrazia plurale delle piazze, con la serena bellezza della resilienza, dei nostri giovani che non temono ricatti, minacce, subdole insinuazioni, che non scendono nel basso profilo del pettegolezzo locale, capace solo di inficiare ogni buona azione, che non alimentano polemiche personali, ma le spengono con un soffio di intelligenza e creatività.
Molte altre piazze e luoghi dispersi nel territorio e ormai muti e deserti dovrebbero e potrebbero riprendere vita sull’esempio di Piazza P48, con una minima spesa, etanto amore per il proprio territorio.
HortusAcri continuerà a lavorare per questo.
Se si rendesse necessario sono pronti a scendere in campo per difendere la Piazza P48, intellettuali, artisti, giornalisti, critici, docenti, architetti, cittadini, persone civili ed emancipate, di Acri, della Calabria, del Paese e l’amministrazione Comunale sarebbe inondata di “Cartoline” a favore della Piazza P48.
Noi di HortusAcri, ci auguriamo che si tratti solo di un equivoco, di un pensiero mal riposto che rientri prima possibile, magari con tante scuse, come corre obbligo alle persone civili ed emancipate che si accorgono di aver commesso un errore, rischiando clamorosi autogol!
La piazza si rianimerà, con altre iniziative, durante le feste di Natale con incontri pubblici di HortusAcri che saranno presto comunicati, con un nuovo numero del giornale omonimo e sotto gli auspici di un anno di nuove sfide.
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