Ho ascoltato le garbate ma alquanto confuse dichiarazioni del Prof. Luigi Bonacci, rilasciate in una video intervista in rete.
La presente nota per esprimere il mio totale disaccordo sulla maggior parte di quanto dichiarato dal Professor Bonacci e segnatamente sui seguenti capitoli:
- S.S. 660
- Sibari – Sila
- Dissesto finanziario Comune di Acri.
Su quest’ultimo punto una piccolissima anticipazione per dovere verso i cittadini: le cifre diffuse dal prof. Luigi Bonacci sono inesatte e, in ogni caso, i debiti lasciati dalla mia Amministrazione ammontavano a meno della metà di quelle che avevo ricevuto in eredità dalle precedenti gestioni. Correttezza avrebbe imposto che si esprimesse con chiarezza questo concetto, non secondario. Così esposte, quelle cifre, inesatte e parziali, risultano ingenerose nei confronti di chi, come il sottoscritto, l’allora assessore al bilancio, il Segretario comunale e i Dirigenti dell’ufficio ragioneria del tempo, che, tutti, hanno dato l’anima per un riassesto finanziario dell’Ente. A sostegno della veridicità dei dati finanziari, esistono autorevoli testimonianze, rappresentate dal Segretario generale e dagli allora Dirigenti dell’ufficio ragioneria del Comune. La garbatezza con cui questi concetti sono stati esposti non toglie nulla alla loro sostanziale imprecisione.
Egregio prof. Luigi Bonacci, mi permetta di cogliere questa occasione per porgere a Lei un invito - che da 15 anni continuo a inviare, senza esito, ai vari dirigenti ex UDC, i capigruppo, i segretari cittadini, ex assessori, sindaci - a un pubblico dibattito, su tutti e tre i punti elencati, aperto a tutte le testate operanti nel nostro territorio (AKR; Acrinews; Acrinrete; Acri.infio; Thisisacri e AcriTV).
Sarà, finalmente, l’occasione per fare chiarezza una volta per tutte sui capitoli citati e mettere una parola definitiva su dati e notizie che, senza contraddittorio, rischiano di assumere la valenza inflazionata della partigianeria.
Conoscendola, professore, so che non vorrà sottrarsi a questo invito e resto in fiduciosa attesa della sua disponibilità.
Elio Coschignano