Acri. Obiettivi pienamente raggiunti: la sesta edizione del Premio letterario "Vincenzo Padula", organizzato dalla Fondazione Padula, ha chiuso i battenti dopo aver riscontrato un notevole successo di pubblico e di critica e dopo aver assunto a tutti gli impegni prefissati alla vigilia. La serata finale ha fatto registrare un sold out grazie anche a quanti hanno raggiunto la città silana dai centri limitrofi.
Sono stati tre giorni di dibattiti, incontri, seminari e sebbene il tema di questa edizione, "Mediterraneo: opportunità o area di morte?", fosse scomodo e difficile, la Fondazione è riuscita a catturare l'attenzione ed a centrare il successo. Tra le cose migliori, il coinvolgimento degli studenti, impegnati nelle recensioni e nei dibattiti con i premiati, l'angolo riservato ai poeti locali, la visione dei film di Pupi Avati, l'intervista a Tahar Ben Jelloun. Tanti gli studiosi che si sono alternati nel corso della tre giorni. E' stato anche presentato il libro "Cardarelli e dintorni" dell'acrese Vincenzo Talarico curato da Giuseppe Cristofaro, presidente della Fondazione e Santino Salerno, critico letterario. La giuria, presieduta da Walter Pedullà, ha ritenuto premiare per la sezione narrativa internazionale Tahar Ben Jelloun, scrittore marocchino, per la narrativa Lidia Ravera, per la saggistica, Manuel De Sica, per il giornalismo, Riccardo Iacona, per la sezione internazionale "Vincenzo Talarico", Pupi Avati e per la sezione "Il sud nel cinema", Rocco Papaleo. Serata finale, condotta da una smagliante Tiziana Ferrario, ex volto del Tg1, da tutto esaurito con la sala Falcone stracolma e ovazione per Papaleo e Iacona, accolti da applausi e strette di mano. Entrambi hanno sottolineato i legami con la Calabria ed hanno promesso di coinvolgerla nei loro prossimi impegni. Interessante, e per alcuni versi struggente, il faccia a faccia con Ben Jelloun che ha parlato della questione migranti e dell'Egitto mentre Avati ha ricordato come la Calabria faccia bene a conservare ancora quella genuinità e quelle tradizioni di un tempo. Insomma, un'altra edizione vincente che neanche la polemica a distanza tra il sindaco Tenuta e Cristofaro, riguardo contenuti e temi del Premio, potrà scalfire. Il Premio è un patrimonio di tutti e la Fondazione, in un momento difficile sta riuscendo a difenderlo ed a garantirlo. Litigare e polemizzare, per giunta durante la rassegna, non è certamente positivo.
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