Elio Feraudo e Raffaele Pignataro, dirigente dell’ufficio tecnico e responsabile del settore elettrico, sono stati assolti dall’accusa di omicidio colposo. Ieri amttina, la sentenza dopo il rito abbreviato. Erano difesi dall’avvocato Franz Caruso. I due erano indagati per la morte del giovane V.C., 21 anni, vittima di un incidente sul lavoro. I fatti risalgono al 20 luglio del 2013. Attorno alle 17, in località San Giacomo, V.C., operaio presso una ditta di Corigliano, era intento ad installare alcune luminarie per la festa di San Giacomo.
Qualcosa, però, non è andato per il verso giusto ed il giovane è rimasto folgorato. Sebbene i pronti soccorsi, non c’è stato nulla da fare, V.C. è morto sul colpo.
Una vera e propria disgrazia per i suoi familiari. Ma anche un calvario per i due dipendenti comunali che dopo quasi due anni il giudice li ha scagionati da ogni responsabilità grazie anche alle perizie tecniche. Infatti, sin da subito i documenti prodotti da esperti e docenti universitari e dall’ispettorato del lavoro, scagionavano da ogni colpa sia il Feraudo che il Pignataro. Una serie di rilievi hanno dimostrato, infatti, come il Comune e i due dipendenti sono esenti da eventuali colpe. Intanto è stato appurato come la ditta non aveva alcuna autorizzazione, né verbale né scritta, per effettuare l’installazione delle luci. Ed ancora: che lo sfortunato giovane lavorava con l’impianto in tensione e senza le dovute precauzioni, ovvero senza pinze, guanti e giubbino isolanti così come previsto dalle normative sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. C’è di più: un po’ di tempo prima dell’incidente mortale, l’Amministrazione Comunale era stata diffidata dall’Enel nel non utilizzare l’energia elettrica per scopi diversi e soprattutto per l’installazione di luminarie, e cartelli pubblicitari.
E difatti, il Comune ha sempre provveduto a stipulare con Enel contratti per la fornitura di energia di tipo “straordinaria”. Le relazioni redatte dai tecnici incaricati hanno dimostrato, inoltre, come l’impianto di località San Giacomo fosse a norma contro i contatti diretti, che sono stati la causa del decesso, pur essendo privo di interruttore differenziale per il quale il Comune è stato sanzionato con una pesante multa. E’ stato dimostrato, però, che la folgorazione è avvenuta in quanto l’uomo ha toccato contemporaneamente due cavi (fase e neutro) e che anche la presenza dell’interruttore differenziale, i condensatori, presenti all’interno delle plafoniere degli impianti di pubblica illuminazione, avrebbero continuato ad erogare corrente elettrica.
La normativa CEE 64/8/4 sezione 412 stabilisce, inoltre, che l’unica protezione contro i contatti diretti sia l’isolamento dei cavi mentre la sezione 412.5 evidenzia che contro i contatti diretti la presenza di interruttori differenziali non garantisce la sicurezza dell’impianto in quanto i condensatori presenti sono accumulatori di energia elettrica. Tutto ciò, ed altro ancora, ha rappresentato una valida difesa per gli imputati.
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