Acri. La vicenda che coinvolge l’ex consigliere comunale, Vincenzo Arena, ed il Comune, è giunta al capolinea. Lo scorso diciannove ottobre, infatti, è stato definito il procedimento da parte della Corte di Appello di Catanzaro (presidente, Teresa Chiodo, consigliere Teresa Barillari, consigliere relatore, Antonio Rizzuti, ndr).
I fatti risalgono all’agosto del 2013. Arena, eletto nelle fila dell’Udc, è a capo del distretto sanitario Pollino-Esaro. Nella seduta consiliare del 21 agosto del 2013, il consiglio comunale, fresco di nomina, lo fa decadere, con i soli voti della maggioranza, perché ritiene incompatibile i due ruoli, consigliere comunale e direttore di un distretto sanitario, applicando, così, il decreto legislativo dell’aprile 2013 che riguarda le incompatibilità tra amministratori e dirigenti di enti pubblici. Arena non demorde, dapprima si rivolge al tribunale di Cosenza, che gli da torto nel maggio del 2014, poi al Tar. Nemmeno una sentenza favorevole del Consiglio di Stato, per una vicenda simile alla sua, convince l’amministrazione Tenuta, sicchè, nello scorso aprile un cittadino elettore acrese, G.A., decide di impugnare la sentenza del tribunale di Cosenza. In sostanza G. A., fa leva sul decreto del Presidente della Repubblica, il 570/60 articolo 82 e sul decreto legislativo 150/11, ex articolo 22, che riguarda azioni popolari in materia di eleggibilità, decadenza e incompatibilità. Un percorso breve per giungere ad una soluzione e che costrinse la giunta comunale a nominare l’avvocato Stanislao De Santis per difendere le proprie ragioni. Nei motivi della decisione della Corte di Appello, si legge, tra l’altro, che “..l’appello è intempestivo in quanto proposto oltre il termine anche se sia stato presentato non dal diretto interessato ma da un cittadino elettore.” Si chiude, così, dopo due anni un contenzioso che ha visto di fronte l’amministrazione comunale e Vincenzo Arena, già segretario Udc e capogruppo in consiglio comunale. Non è escluso, però, che lo stesso Arena possa rivolgersi alla Cassazione e far valere il diritto di entrare nel merito della questione visto che la Corte di Appello non lo ha fatto. Nei mesi scorsi, le autorità giudiziarie si erano espresse anche sulla questione legata a Giuseppe Cristofaro, candidato sindaco nel 2013, espressione Pd, a guida della coalizione di centro sinistra. Il tribunale diede ragione al Comune che gli contestò l’incompatibilità tra il ruolo di consigliere comunale e quello di presidente della Fondazione Padula.
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