Il Movimento Cinque Stelle torna ad attaccare sul metodo di reclutamento degli scrutatori per le Europee del 25 maggio.
"Ad Acri – si legge in una nota dei grillini – è ormai assodato che, se non rientri nelle grazie di amministratori e consiglieri, non hai nessun diritto di fare lo scrutatore. Questo è ciò che ha deciso la commissione elettorale di Acri composta da Nicola Tenuta (presidente), Pietro Pettinato (commissario), Giulio Romagnino (commissario) e Luigi Maiorano (commissario), che hanno così potuto nominare i propri raccomandati" di turno.
L'accordo – proseguono i pentastellati – ha soddisfatto pienamente maggioranza e opposizione consiliare, ogni dubbio o discordanza infatti sembra essersi dissipato, in barba alla nostra estenuante richiesta di evitare la nomina politica per mettere in condizioni tutti di avere la stessa possibilità".
Il gruppo attivisti del Movimento 5 Stelle di Acri" prende atto che la nostra proposta di adottare, tramite sorteggio, una corsia preferenziale tra coloro che versano in condizioni disagiate è stata ignorata. Nella nostra città ci sono migliaia di diplomati e laureati disoccupati con famiglie in difficoltà economiche, in grado di svolgere egregiamente questo ruolo. A questo punto ci aspettiamo, da parte del sindaco Nicola Tenuta, una spiegazione. E' dovuta, parimenti, una spiegazione dell'assordante silenzio sull'argomento da parte di alcuni partiti politici tradizionali, specie di coloro che sono seduti all'opposizione.
Ma dov'è questo Pd, questa sinistra (se ancora oggi possiamo parlare di destra e sinistra) tanto vicina alla povera gente?".
Sabato 3 maggio "si è riunita la commissione elettorale, essendo pubblica adunanza, noi eravamo presenti, testimoni di come i membri della commissione, alla presenza del dirigente dell'Ufficio elettorale, ha, di fatto, scelto i nomi degli scrutatori per le sezioni della Città di Acri per le elezioni europee 2014. Ci viene difficile raccontarvi le espressioni dei membri della commissione, un misto di stupore, fastidio e rabbia, simile al bimbo che viene beccato con "le mani nella marmellata" e tenta di difendersi con argomenti fuorvianti e giustificativi.
Quello che ci rammarica – prosegue la nota – è constatare che dipendenti pubblici siano infastiditi per il fatto che gli andiamo a "rompere le scatole"".
Da "Il Quotidiano della Calabria" del 13-05-2014
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