Un sit in pacifico è stato messo in atto questa mattina da alcuni residenti di località Settarie, ad est del centro abitato. Proprio oggi, difatti, sono iniziati i lavori per l’installazione di un’antenna 5G.
Preoccupazione ed angoscia tra i residenti della zona che da oltre trenta anni stanno convivendo con una centrale Enel (di cui si sa poco sia circa l’utilizzo che sull’eventuale inquinamento elettromagnetico) posizionata proprio a pochi metri da dove dovrebbe sorgere il neo ripetitore il cui iter è partito tre anni fa. E’ nato un Comitato, “Settarie no inquinamento”, che oggi ha fatto sentire la propria voce (anche attraverso la diretta facebook sulla nostra pagina) e che si è rivolto ad un legale.
Tutto parte nel 2017 quando la società Inwitt Telecom, con sede a Milano, specializzata nella fornitura e nella gestione di infrastrutture per la realizzazione di reti e sistemi di comunicazione, individua un terreno privato di circa 65 metri quadrati. La concessione è valida per nove anni, rinnovabili, dietro il corrispettivo di 5mila euro all’anno. Qui dovrebbe (utilizziamo volutamente il condizionale) sorgere un palo metallico altro 30 metri a cui saranno collegate tre antenne ricetrasmittenti e due parabole. Proprio a pochi metri da alcune abitazioni. Il tutto per migliorare la connessione dei cellulari. Velocità e qualità.
Abbiamo letto con attenzione la copia del progetto nelle cui conclusioni vi è scritto; “i valori globali di immissione delle onde soddisfano ai requisiti di legge.”. Il progetto contiene anche la descrizione dettagliata dell’impianto, il tipo di l’emissione delle onde (a forma di cono), i dati relativi all’emissione delle onde e tanta cartografia, oltre alle concessioni del Comune e dell’Arpacal. Quest’ultimo Ente, però, nelle conclusioni scrive; “ci riserviamo di effettuare misurazioni quando l’impianto sarà in esercizio.”
Ma il comitato ed i residenti non ne vogliono sapere ed affermano; “sono anni che chiediamo notizie sulla centrale Enel e nessuno ci dice nulla, ora arriva quest’altra tegola. E’ vero che non esistono correlazioni e certezze tra impianti di questo tipo e malattie ma è altrettanto vero che in questa zona si sono registrati, e si registrano, patologie con forme neoplastiche, letali e non, ed in tutte le fasce di età, pertanto vogliamo conoscere a fondo come funziona l’impianto e se ci sono ulteriori rischi per la salute, non ci fermeremo, vogliamo coinvolgere l’intera cittadinanza e, se necessario, investiremo enti ed associazioni per dire no alla struttura, in altre realtà le realizzazioni di questo genere sono state sospese, per cui un motivo ci sarà.”
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