Acri. Nell'udienza di merito delle sezioni riunite in speciale composizione della Corte dei conti, tenutasi questa mattina, il ricorso presentato dal Comune di Acri, contro la deliberazione della sezione regionale di controllo della medesima Corte, è stato accolto. Nei prossimi giorni sarà disponibile la sentenza che sarà resa nota. Nel frattempo l'amministrazione guidata da Nicola Tenuta, gongola e tira un sospiro di sollievo. Il ricorso era stato presentato dal Comune nello scorso mese di gennaio avverso la delibera n°80 della Corte dei Conti dello scorso ventuno novembre. Nelle memorie difensive (avv. Alfredo Gualtieri del foro di Catanzaro), il Comune aveva sottolineato come la Corte non solo non aveva accettato il piano di risanamento ma non aveva tenuto conto di due eventi che, di fatto, avevano impedito al Comune di produrre quanto richiesto nei tempi stabiliti dalla legge. L'amministrazione, ha fatto perno su due vicende: le elezioni amministrative, con relativo turno di ballottaggio, e le procedure di incompatibilità sollevate nei confronti di due consiglieri comunali. Entrambe le vicende, secondo il governo comunale, hanno impedito di effettuare l'iter necessario per evitare il fallimento dell'ente. Il piano di risanamento previsto dall'esecutivo Tenuta ed inviato alla Corte, (poi bocciato) per legge doveva passare in consiglio comunale e ciò si è verificato solo nel mese di novembre, fuori dai tempi concessi dall'organo di controllo.
L'amministrazione, però, ha sempre sostenuto che sia le elezioni comunali che i motivi legati alle incompatibilità ed anche la mancata approvazione del bilancio di previsione 2013 non hanno permesso di attivare la procedura di riequilibrio finanziario che avrebbe garantito al Comune di ricevere i fondi "salva comuni" (trecento euro ad abitante, ovvero circa sei milioni). Nessuna inadempienza, ha spiegato più volte il Comune, ma solo l'impossibilità di produrre quanto richiesto per fattori imprevisti. Questo, però è solo un primo passo, ora il Comune chiederà alla Corte lo stato di pre dissesto e se ciò dovesse essere accolto cambierebbero molte cose ad iniziare dalla possibilità di accendere mutui e la eventuale diminuzione (dal prossimo anno) di tasse, imposte e tributi.