Acri. Ed ora che ne saranno delle nostre fatture? Quale sarà il futuro della città? Quale sarà il ruolo degli attuali amministratori? Sono solo alcune delle domande all'indomani della certificazione del dissesto finanziario da parte della Corte dei Conti. Ieri la città ha vissuto la pagina più triste della sua lunga storia politica ed amministrativa ed imprenditori, semplici cittadini, professionisti, imprese, apparivano basiti per quanto accaduto. Quali ora le prossime tappe? Prima di Natale (oggi è prevista la conferenza dei capigruppo per decidere la data) dovrà riunirsi il consiglio comunale che avrà il compito di ratificare le decisione della Corte. In caso contrario (ma la maggioranza non lo farà), la stessa Corte comunicherà al Prefetto l'inadempienza e quest'ultimo provvederà allo scioglimento dell'assise.
Gli effetti del crack saranno devastanti: non ci saranno aiuti dal governo centrale, il comune non potrà contrarre mutui, per le tasse locali le aliquote verranno innalzate (è già stato fatto nei giorni scorsi) nella misura massima consentita. Ma problemi potrebbero verificarsi anche per il personale visto che l'ente è obbligato a rideterminare la dotazione organica rispetto ai rapporti medi dipendenti-popolazione. La lunga e dettagliata relazione della Corte è impietosa: l'organo evidenzia anomalie non solo negli anni passati ma anche in questi dieci mesi del 2013 e sottolinea come la manovra correttiva individuata dall'attuale amministrazione sia insufficiente e tardiva e che, comunque, non garantirebbe il risanamento.
Insomma la Corte ne ha per gli attuali amministratori ma anche per quelli degli anni passati. Tra qualche giorno sindaco e giunta saranno affiancati da una apposita commissione formata da tre membri che avrà il compito di gestire i debiti pregressi. La scure del dissesto, a quanto pare, sta già creando non pochi disservizi: la mensa scolastica non è stata attivata, il settore dei trasporti rischia la paralisi e la pubblica illuminazione funziona a singhiozzo. La procedura di risanamento sarà affidata ad un organo straordinario di liquidazione composto da una commissione di tre membri, nominati fra magistrati a riposo della Corte dei Conti, della magistratura ordinaria, del Consiglio di Stato, fra funzionari dotati di un'idonea esperienza nel campo finanziario e contabile in servizio o in quiescenza del Ministero dell'Interno, del Tesoro, del Bilancio, fra i segretari ed i ragionieri comunali e provinciali, fra gli iscritti nel registro dei revisori contabili.
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