Continua a destare allarme tra i commercianti il fenomeno degli ambulanti irregolari.
La crisi di per sé morde e gli operatori commerciali acresi sono alle corde, con consumi ridotti ai minimi termini e tasse da pagare.
Chi non ha già abbassato la saracinesca fa i salti mortali per tenere aperto l'esercizio.
In questa situazione la concorrenza sleale di chi vende in giro per la città senza averne i requisiti di legge può rappresentare la fatidica goccia che fa traboccare il vaso.
"Abbiamo ripetutamente denunciato il fenomeno alle autorità competenti – dice Vincenzo Toscano, presidente della Confcommercio di Acri -, senza tuttavia riuscire a debellarlo.
Nei mesi scorsi – continua il presidente della Confcommercio – abbiamo intrapreso numerose iniziative pubbliche di sensibilizzazione, affinché anche il consumatore contribuisse e combattere questa forma di concorrenza sleale.
C'è comunque una carenza di controlli che permette a chi fa il furbo di continuare a operare".
E' il settore alimentare quello che desta le preoccupazioni maggiori, soprattutto perché chi acquista dagli ambulanti non in regola non ha alcuna forma di tutela.
Manca la certificazione di provenienza e soprattutto l'igiene non sempre è garantita.
I prodotti ortofrutticoli sono da tempo sotto i riflettori, ma anche i latticini sono tra i più gettonati.
Di recente ha conosciuto un incremento di vendite da ambulanti il pesce. E qui la questione, se possibile, si fa anche più seria.
Chi dà la garanzia di acquistare pesce fresco o comunque di provenienza certificata?
C'è poi la questione dei locali in cui viene conservato. Vendere prodotti ittici in giro significa garantire la giusta temperatura di conservazione, con mezzi climatizzati e coibentati. Quanti ambulanti poi rilasciano regolare scontrino e quanti hanno le necessarie licenze? Quanti utilizzano bilance a norma? Sono tutti interrogativi che evidentemente non tutti si pongono, con ignari consumatori che magari risparmiando qualche euro preferiscono eluderli.
Fonte: del 21-11-2012