Il comandante dei vigili urbani si intesta il contratto dell'Enel. Ma non quello di casa sua. Quello della sede dell'ufficio dei vigili. Un fatto insolito, che però ha una logica. Dopo quattro giorni di buio totale, non se ne poteva più. E il comandante non ha avuto molte alternative.
Perché l'Enel ha chiuso le porte al Comune di Acri. Niente più contratti. Le morosità, che sarebbero state sanate grazie al mutuo di quindici milioni di euro contratto dall'ente per estinguere tutti i debiti, quindi anche quelli con Enel, comunque hanno lasciato una traccia. Poco rassicurante. Ma non è la prima volta che il paese ha a che fare con il buio. E' di qualche settimana fa la denuncia di un intero quartiere del centro, dove l'illuminazione pubblica, per giorni, è stata assente. Immersi nel buio pesto, i cittadini hanno intentato una protesta a suon di appelli pubblici. E dopo acri centro, è toccato al Comando dei vigili. Niente luce e niente riscaldamento, a causa del taglio dell'energia elettrica.
A oltranza. Da sabato mattina a lunedì pomeriggio. Pare che il contratto pregresso fosse comunque provvisorio e intestato a un altro dipendente. E che il contatore in dotazione alla struttura sia di quelli temporanei, come quelli che si usano nei cantieri. Tutto precario, insomma. Forse perché prima, nello stabile, c'era la sede della Guardia di Finanza. I vigili ci sono da poco. Fortunatamente la sensibilità del comandante, questa volta, ha salvato la situazione. Ma non è detto che in futuro il dipendente di una struttura pubblica accetti di assumersi un'incombenza tale. E la domanda nasce spontanea: dopo acri-centro e il comando dei vigili, chi resterà al buio?