Acri. La Fondazione Padula è soggetta a vigilanza da parte del Comune per cui Giuseppe Cristofaro non potrà sedere in consiglio comunale. Così ha deciso il Tribunale di Cosenza. Cristofaro, espressione del Pd, candidato a sindaco del centro sinistra e sconfitto al ballottaggio da Nicola Tenuta, si era opposto alla delibera del consiglio comunale dello scorso ventuno agosto che lo aveva fatto decadere da consigliere in quanto presidente della Fondazione Padula.
Le due cariche, consigliere e presidente, non sono, quindi, compatibili tra loro. Vi è un palese conflitto di interessi, si legge tra l'altro, nella sentenza, visto che il Comune è uno dei soci fondatori della Fondazione. Nella seduta di agosto scorso, la maggioranza era stata chiara: "non vi è nulla di personale e non vogliamo cacciare nessuno ma solo garantire la legalità ed impedire che in futuro tutti gli atti del consiglio potrebbero risultare nulli."
Fu una seduta ad alta tensione tanto che l'opposizione sbottò: "ci sembra di essere in un'aula di tribunale." La scelta di Cristofaro, di optare per la carica di presidente della Fondazione piuttosto che per lo scranno in consiglio, provocò non pochi malumori non solo nel Pd ma anche tra i suoi cinquemila elettori ora non più rappresentati in assise.
Ma lo stesso Cristofaro potrebbe, tra qualche mese, ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. Il prossimo anno, infatti, decade il direttivo della Fondazione e i cinque membri (Comune, Provincia, Regione, Unical e Comunità Montana) sono chiamati al rinnovo delle cariche e non è detto che Cristofaro, alla guida della Fondazione da dieci anni, riuscirà a conquistare la maggioranza.
La questione delle incompatibilità fu sollevata anche nei confronti di Vincenzo Arena, direttore di un distretto sanitario, e Leonardo Molinari, componente del consiglio di amministrazione della Fincalabra, entrambi dell'Udc. Il primo ha adito le vie legali e, quindi, si è in attesa della sentenza mentre il secondo ha deciso di dimettersi dal ruolo che ricopriva all'interno dell'ente sub regionale decidendo, così, di restare in consiglio.