Acri. Un'analisi del voto a trecentosessanta gradi, profonda, pacata ma anche con qualche pizzico di polemica. E' quella che è andata in scena nella sede Udc venerdì scorso ed alla quale, naturalmente, non hanno voluto mancare il segretario regionale del partito, Gino Trematerra, ed il figlio Michele, assessore regionale ma soprattutto candidato locale al Senato al secondo posto dopo Casini. In una sala gremita in ogni ordine di posto erano presenti anche iscritti, simpatizzanti, il segretario di sezione, Arena, amministratori tra cui gli assessori comunali ed il sindaco Maiorano. Nessuna resa dei conti né tantomeno il puntare il dito contro qualcuno e nemmeno richiesta di dimissioni. Tutti hanno affermato che il risultato elettorale ottenuto in città, ma anche nel resto della Calabria, dall'Udc ma soprattutto dalla lista Monti per l'Italia non è stato soddisfacente e che bisogna subito correre ai ripari. Qualcosa non ha funzionato, forse anche all'interno del partito stesso, che annovera circa seicento iscritti. Ma a parte l'europarlamentare Gino Trematerra, apparso giù di tono, gli altri intervenuti, soprattutto Michele Trematerra, hanno invitato dirigenti ed iscritti a voltare subito pagina. "dobbiamo essere molto onesti ed anche molto lucidi – è stato detto - e dovremo trarre le conseguenze. Quello che serve ora, in vista anche delle comunali di fine maggio, è trovare il modo migliore per rimetterci in piedi e tornare ad avere un ruolo da protagonisti. Dopo l'autocritica, le discussioni e le polemiche, occorre lavorare per essere compatti perché ci sono ancora tanti obiettivi da raggiungere e la nostra proposta politica dovrà essere sempre più credibile e onesta. L'Udc si è battuta per questo territorio, i risultati ed i decreti sono sotto gli occhi di tutti, chi non apprezza è in malafede o pensa che la politica è una cosa personale." Non sono mancati i riferimenti alle cose fatte ed a quelle in cantiere ma soprattutto alla questione ospedale; "lo spoke è una realtà per la quale ci siamo battuti molto, peccato che più di uno non solo non ha apprezzato l'importante risultato ma addirittura continua a mettere in discussione un atto che ora dovrà solo essere applicato per intero."