La città all’indomani degli arresti nell’ambito dell’inchiesta “Acheruntia”; scossa, basita e perplessa. La notizia ufficiale dei sette arresti arriva nelle prime ore di martedì e si diffonde a macchia d’olio grazie al tam tam di quei cittadini informatisi on line. Verso le 10, le prime notizie, frammentarie e poco precise. Arresti, perquisizioni, indagini.
A tarda mattinata le notizie ufficiali divulgate dalla Dia di Catanzaro, fugano i dubbi. Si è conclusa una indagine lunga e complessa che vede indagati l’assessore regionale, l’acrese Michele Trematerra, l’ex sindaco Luigi Maiorano ed altre varie persone che ad Acri vivono e lavorano e che ha portato all’arresto di sette persone di cui quattro acresi; Angelo Gencarelli, già consigliere comunale Udc, Gianpaolo Ferraro, Salvatore Gencarelli, tutti residenti in località Serricella e Giuseppe Perri, residente in via Duglia.
La ressa di ieri mattina alle edicole, dimostra il morboso interesse attorno alla grave vicenda. I commenti si sprecano tra innocentisti, garantisti, colpevolisti. Nell’indagine sono coinvolti anche alcuni noti imprenditori locali impegnati nell’edilizia e nella forestazione ma con nessun precedente penale prima d’ora. Eventi che stanno trasformando Acri da isola felice a crocevia di affari poco chiari. La comunità stenta a crederci ma i magistrati di Catanzaro cercano di dimostrare il contrario in oltre seicento pagine. La comunità non vuole credere ad intrecci illeciti che hanno scaraventato Acri nelle cronache nazionali. Appalti, corruzione, concussione, associazione mafiosa, frode informatica, usura. Reati pesantissimi, un vero e proprio ciclone che ha investito una città mai prima d’ora coinvolta in reati del genere.
In pochi hanno voglia di parlare, preferiscono aspettare gli sviluppi dell’indagine, ovvero gli interrogatori ma soprattutto non si vuole credere che tra gli indagati vi siano anche liberi professionisti e politici al di sopra di ogni sospetto. Increduli ed in forte imbarazzo anche gli iscritti ed i simpatizzanti dell’Udc, che qui rappresenta una vera e propria roccaforte con Gino e Michele Trematerra, padre e figlio, rispettivamente già senatore, sindaco per tre anni, eurodeputato per due e segretario regionale del partito ed ex assessore regionale. Un partito in forte difficoltà reduce da tre risultati elettorali (politiche 2013, comunali 2013 e regionali 201) tutt’altro che brillanti ed ora alle prese con vicende giudiziarie pesanti che coinvolgono uno degli uomini più in vista non solo a livello locale ma anche nazionale.
In molti credono che l’ex assessore ne uscirà indenne, che sia stato tratto in inganno e che abbia commesso solo superficialità in buona fede ma, al momento, la sua posizione resta critica.
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