Acri. Secondo l’ultimo rapporto, l’Asp spende per i servizi presenti sul territorio circa trecentomila euro all’anno, di cui ottanta derivanti da affitti mentre la parte rimanente riguarda le utenze. L’Asp è proprietaria di tre sole strutture; l’ospedale, il poliambulatorio e il centro di riabilitazione. Per il resto paga, o ha pagato, fitti onerosi e conseguenti spese di gestione che, spesso, hanno cifre a tre zeri.
Le spese degli affitti sono facilmente consultabili sul sito istituzionale dell’Asp in un apposito link ma trovate il documento di riferimento in allegato ed in formato pdf. Si riferiscono alle spese a tutto il 2012 e, secondo fonti accediate, qualcuna di essa è stata ritoccata al ribasso. Vediamoli in particolare; per gli uffici di via Gemelli, di cui proprietario è A.V., che dal 1998 ospitano l’urp e l’adi, per un totale di circa 100 metri quadri, l’Asp paga poco più di cinquemila euro all’anno, per i locali di via Giannice, 150 metri quadri, in cui sono allocati gli uffici di protesica e alimenti e di cui è proprietario D.V.A., dal 1997 l’Asp paga settemila euro annui, per il deposito di farmaci, 100 metri quadri, intestato a F.G., dal 1984 la spesa è poco più di novemila euro all’anno mentre dal 2010 per il Cup, oltre trecento metri quadri, in via Zanotti Bianco, proprietario S.M., l’Asp paga 25mila euro. Questa speciale classifica è guidata dai locali di via Gemelli, vari metri quadri, proprietario M.L., che ospitano il consultorio, il servizio veterinario, la neuropsichiatria e vari uffici amministrativi. In questo caso la spesa sfiora i 30mila euro all’anno. Infine, la guardia medica di San Martino, 80 metri quadri, proprietario L.M. dal 2001 l’Asp paga poco meno di quattro mila euro all’anno. Il totale fa ottanta mila euro. Naturalmente non è solo sufficiente essere proprietario di ampi magazzini ed appartamenti ma occorre anche una buona dose di fortuna perché l’Asp richieda i locali o avere gli amici al posto giusto. Eppure, in città ci sarebbe tanto spazio per allocare alcuni servizi. Da qualche anno, infatti, l’ospedale Beato Angelo è stato smantellato, nel senso che alcuni reparti sono stati soppressi come ostetricia e ginecologia. Si tratta di ampi e confortevoli locali che potrebbero ospitare tranquillamente uffici e servizi ed, evitare, così spese folli o locali sottoutilizzati.
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