Al Consiglio Provinciale, la città silana sarà rappresentata da Pino Capalbo. In realtà, per l’esponente dem, si tratta di una rielezione, visto che era stato già eletto nell’ottobre del 2014.
Allora fu eletto anche l’attuale sindaco che in questa occasione non era candidato. Il capogruppo Pd al Consiglio Comunale, dove siede dal 2005, ed a quello Provinciale, ottiene oltre duemila consensi cosiddetti ponderati.
Nelle ultime tre consultazioni comunali, 2005,2010 e 2013, Capalbo è stato il più votato in assoluto. Ha ottimi rapporti con i vertici provinciali e regionali del partito, compreso con il neo presidente Iacucci, e con molti amministratori dem.
Capalbo era candidato nella lista Provincia Democratica. Non è escluso che Iacucci potrebbe affidargli qualche delega. Non ce la fa, invece, Cosimo Fabbricatore, consigliere di maggioranza, fino a qualche mese fa presidente del consiglio.
Era candidato nella lista Cosenza Azzurra, a sostegno del candidato presidente Antonio De Caprio, poi escluso dalla competizione. Ha ottimi rapporti con i fratelli Occhiuto, Roberto e Mario che, a quanto pare, lo hanno voluto in lista. La sua, quindi, non era una candidatura espressione dell’attuale maggioranza, composta da nove elementi, che ha avuto libertà di voto. Fabbricatore, insomma, sapeva, prima ancora di candidarsi, che non avrebbe potuto contare sull’apporto dei consiglieri di maggioranza.
Da ciò ne consegue che nessuno strappo è previsto tra le fila della stessa maggioranza che guida Tenuta, pur se Fabbricatore resta un consigliere indipendente e che deciderà le sue scelte di volta in volta. Con Pino Capalbo siederanno al Consiglio Provinciale anche Graziano Di Natale, Francesco Gervasi Ferdinando Nociti, Vincenzo Tamburi Franco Pascarelli, Felice D’Alessandro, Luca Morrone, Lucantonio Nicoletti, Saverio Audia, Mario Bartucci, Ugo Gravina, Gianfranco Ramundo, Vincenzo Scarcello, Sergio Del Giudice ed Eugenio Aceto.
Come risaputo il voto di domenica è stato caratterizzato da un grave episodio. Un consigliere comunale di Acri, in seno alla maggioranza, è stato sorpreso mentre fotografava il voto appena espresso.
A chiamare gli agenti della Polizia Provinciale, sono stati i responsabili del seggio allestito nel palazzo della Provincia. Introdurre all'interno delle cabine elettorali telefoni cellulari o altre apparecchiature in grado di fotografare o registrare immagini, è considerato reato.
Lo ha stabilito un decreto legge del 1° aprile 2008, n° 49 con sanzioni penali e ammende pecuniarie, previsto l’arresto da tre a sei mesi, con un'ammenda che può oscillare tra i 300 e i 1000 euro.
I trasgressori rischiano l'accusa di voto di scambio.
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