Lo stato di salute del Partito Democratico acrese può paragonarsi a quello nazionale. Spaccature, correnti, anime e diatribe interne che, di certo, non fanno bene al maggior partito presente sul territorio. La divisione interna ai Democratici appare, oramai, concretizzarsi.
Il tutto a pochi mesi dalle elezioni comunali previste per giugno. Come risaputo la segreteria, guidata da Carmine Le Pera, qualche settimana fa, ha indicato in Pino Capalbo il candidato a sindaco del Pd. La decisione dovrà ora essere ratificata nell’assemblea degli iscritti prevista per venerdì prossimo.
Capalbo, avvocato, siede in Consiglio Comunale dal 2005, ex capogruppo e candidato più votato in assoluto alle consultazioni del 2005, 2010 e 2013.
E’ stato anche capogruppo al Consiglio Provinciale. Insomma, una figura autorevole, visti anche gli ottimi che ha con i vertici provinciali e regionali. Capalbo sarebbe sostenuto da cinque o sei liste, tra cui quella del Pd, naturalmente. Sul suo nome, però, non vi è la convergenza di tutti gli iscritti. Anzi, alcuni di loro sarebbero orientati a percorrere un’altra strada.
Occorre vedere, però, se faranno conoscere questa loro intenzione prima o dopo l’assemblea. Nei giorni scorsi, infatti, attraverso una nota stampa hanno fatto sapere di volere le Primarie per individuare il candidato a sindaco. Una strada che Capalbo non vuole percorrere, anche perché già sottoposto a questo tipo di iter in occasione delle elezioni del 2010 (contro Cozzolino) e del 2013 (contro Cristofaro).
Capalbo rivendica con forza, infatti, una candidatura che gli spetterebbe di diritto dopo dodici anni di coerenza e di battaglie in prima linea a favore dei Democratici di sinistra prima e del Pd poi.
Non sono di questo avviso, invece, i dissidenti che, come da noi anticipato, avrebbero pronto già il candidato che dovrebbe essere sostenuto da tre liste civiche. Il nome più accreditato è quello di Mario Bonacci, docente presso il locale liceo scientifico, figura di spicco tra i Democratici di Sinistra e conosciuta per aver ricoperto il ruolo di assessore al bilancio nella giunta Coschignano dal 2005 al 2010.
Bonacci è stato anche candidato a sindaco nel 2000 a guida di tre liste; Sinistra, Comunisti Italiani e Sinistra Democratica. Al primo turno ottenne 3200 preferenze che gli permisero di arrivare al ballottaggio dove raggiunse 4600 voti contro i 7300 del vincente Nicola Tenuta.
L’assemblea di venerdì prossimo, potrebbe essere inutile, o meglio potrebbe risultare importante solo per Capalbo che nell’assise avrebbe i numeri dalla sua parte. Bonacci e Capalbo, quindi, è la sfida che si profila nell’area Democratica tra due figure qualificate.
Alle comunali del 2013, il Pd ottenne 2780 preferenze mentre le due liste di appoggio, Patto per la città e Acri bene comune, raccolsero rispettivamente 1568 e 1688 voti.
Insomma un bacino di voti non indifferente su circa 14.000 votanti.
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