Lo spettro del baratro mi ha indotto a valutare positivamente la sollecitazione pervenutami dal Movimento delle liste civiche. Anch'io sono convinto che il nostro territorio non potrà risollevarsi dalla stagnazione in cui si trova se non con un rinnovato slancio dell'azione amministrativa, che non può prescindere dal senso di responsabilità di ciascuno, da uno sforzo collettivo, senza più dannosi steccati ideologici.
Occorre, ritengo, una inedita coesione politica nell'esclusivo interesse della città, le cui sorti non possono più essere affidate a coloro che, nel passato, hanno dissipato con preoccupante disinvoltura le finanze comunali. Il destino della città di Acri non può più essere condizionato nè determinato dalle millanterie di chi l'ha profondamente vilipesa e saccheggiata, portandola finanche al disonore delle cronache nazionali.
E nemmeno può essere affidato a chi è espressione di quegli apparati politico-istituzionali che saranno chiamati a dare conto, a noi acresi, delle ingenti risorse economiche dilapidate – e mi riferisco ai 50 milioni di euro che al tempo in cui ero consigliere regionale avevo fatto stanziare per i primi lotti funzionali della SS 660 e della Sibari-Sila – che ci avrebbero dovuto fare uscire dall'isolamento non solo viario.
Chi, oggi, alle porte della campagna elettorale, parla di rilancio dell'ospedale o esulta per la farsa della ripresa dei lavori della galleria sul nuovo tracciato della SS 660 fa torto ai propri concittadini, i quali hanno ormai acquisito la consapevolezza che la ricerca del consenso non può più poggiare sulle promesse (sempre le stesse!) e sui compromessi.
Oggi è tempo, invece, di fare squadra, senza i confini delle appartenenze partitiche, facendo delle diversità politiche e culturali una forza motrice per costruire, tutti insieme, responsabilmente, un forte patto per la città. Un patto per la città i cui protagonisti siano i cittadini, le nuove generazioni innanzitutto. Da qui l'accorato appello a tutti coloro che condividono le mie preoccupazioni ed auspicano una netta inversione di tendenza di spendersi per contribuire a risollevare le sorti di una città che ha enormi potenzialità e che non può essere governata dalle contrapposizioni e dagli individualismi.
Un patto per la città per dare forza e potere contrattuale al nostro territorio. Io ci credo, e per questo mi sono messo in gioco. Perchè il cambiamento passa attraverso l'impegno di ciascuno, sui punti programmatici innanzitutto e mettendoci la faccia. Tutti siamo chiamati ad essere protagonisti del futuro della nostra città.
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