Mario Bonacci, alle spalle una lunga esperienza amministrativa e politica, sempre all’insegna dei valori tradizionali della sinistra, riprova a conquistare la carica di sindaco.
-Prof. Bonacci, ha aderito ad Articolo Uno, ma vi sono stati anche motivi locali nella sua decisione di abbandonare il Pd?
Mi sono allontanato dal Partito Democratico dal 2014. In questi anni si è registrata una conduzione personalistica del partito, che non ha mai coinvolto gli iscritti in una discussione che riguardasse i problemi vissuti dalla comunità. Il Pd non è stato capace di trasformare il dissenso dell’opposizione in consiglio in consenso. Poi, di opposizione in questi anni francamente ce n’è stata davvero poca.
-Dissesto. Lei viene sovente accusato, da assessore al Bilancio della giunta Coschignano, di non aver fatto fin da subito chiarezza sui conti. Qual è la sua versione dei fatti?
C’è la mia relazione, all’atto del nostro insediamento, che parla chiaro: là dentro ci sono tutti i debiti fino a quel momento. A questo si sono poi aggiunti, ma non potevamo prevederli allora, quelli delle spese legali e la vertenza Enel con la quinta finestra. A distanza di pochi mesi, ci ritrovammo con 17 milioni di euro di debiti. Abbiamo iniziato un’opera di risanamento che ha portato quasi ad azzerarli. A fine mandato erano solo 3,5 milioni di euro, che avremmo potuto azzerare facendo ricorso all’anticipazione di cassa. Chi è venuto dopo non è stato in grado di proseguire lungo questa strada ed è arrivato il dissesto.
-Alla sinistra viene frequentemente addebitata la mancata realizzazione del supercarcere. Ora ritorna nel suo programma...
Bisogna fare tesoro degli errori del passato e quello del supercarcere lo fu. Non fummo in grado di comprendere l’opportunità che ci si prospettava, perché vi fu una chiusura nei confronti di una visione futuristica. Il supercarcere avrebbe significato molto.
-In caso di vittoria, avete promesso di completare Piazza Beato Angelo, in vista della canonizzazione. Con quali soldi?
Innanzitutto tengo a dire che se vinceremo, avvieremo un rapporto con Provincia e Regione basato sulle idee e non chiederemo l’elemosina. Per Piazza Beato Angelo, tramite le richieste dei parlamentari di Articolo Uno, potremo accedere ai residui sulle opere pubbliche in commissione Bilancio della Camera dei Deputati.
-Come dovrà essere il futuro ospedale?
Io mi sono schierato fin da subito con la formula dello Spoke con Castrovillari, perché vi vedevo delle opportunità. Purtroppo quella formula non è mai stata applicata, perché quella visione complementare dei servizi sanitari non è mai stata realizzata. Gli acresi devono avere garantita l’assistenza primaria, con un Pronto Soccorso come unità operativa complessa. La struttura commissariale e la Regione devono capire che l’ospedale più vicino ad Acri dista 45 chilometri, che diventano 90 per le nostre strade. Faremo valere le nostre ragioni in tutte le sedi, se quelle politiche non dovessero bastare.
-Come si risolve il problema della carenza idrica?
Rifacendo una rete colabrodo. Oggi la captazione dell’acqua avviene a circa 25 chilometri dal centro cittadino, con una rete obsoleta.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 26-05-2017
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