E’ doveroso ricordare e soprattutto informare i cittadini che nel consiglio comunale tenutosi il giorno 6 Settembre 2017, un punto all’ordine del giorno, iscritto su richiesta della minoranza era: “Rinuncia alle Indennità da parte dei Consiglieri ed Amministratori”, vale a dire si chiedeva al Sindaco ed agli Assessori, di rinunciare alle indennità di funzione ed ai Consiglieri di rinunciare ai gettoni di presenza.
Con immensa tristezza assistiamo ad una desolante realtà, la maggioranza decide all’unanimità, senza discutere il punto, di non approvare la proposta dei consiglieri di minoranza, pertanto si mantengono i loro benefit.
Rinunciare alle indennità non è un atto dovuto, ma, nel contesto di dissesto finanziario nel quale versa il nostro comune, con una situazione economica estremamente grave e per la quale i cittadini vengono sottoposti ad enormi sacrifici, un segnale della riduzione dei costi della politica era quantomeno doveroso. Le scelte scellerate e la mala amministrazione del bene comune degli anni passati, ricade sempre e solo sui cittadini.
Una delle prerogative del M5S invece è proprio quella di dimezzarsi o addirittura quando è possibile, di rinunciare alle indennità. Deve essere compito della politica dare l’esempio ai cittadini, mettendo in atto piccole rinunce è possibile operare per il bene comune.
Infatti, rinunciando solo ad una percentuale dell’indennità e depositandola in un capitolo di bilancio, i nostri amministratori, avrebbero potuto dar vita a progetti di vario tipo, tanto per dirne qualcuno, si poteva dare un sussidio per pagare l’assistenza domiciliare agli anziani, sostenere le mense scolastiche o il trascorto scolastico, aiutare cittadini in difficoltà economica e tanti altri…..
I cittadini non vanno aiutati, ma devono essere sempre e solo spolpati.
La scelta degli amministratori di mantenersi lo stipendio, ma soprattutto del Sindaco risuona ancora più sorprendente e sbalorditiva, poiché, tornando un po’ indietro con il tempo, ricordiamo i consigli comunali durante i quali era proprio l’allora consigliere Pino Capalbo a chiedere al Sindaco Nicola Tenuta ed alla sua Giunta di rinunciare alle indennità.
Pertanto ci chiediamo che fine ha fatto l’accorato appello del consigliere Pino Capalbo? Come mai oggi, che riveste la carica di Sindaco, lo stesso appello formulato dall’attuale minoranza non ha più valore e pertanto non viene preso in considerazione?
E’ amaro constatare che invece si cerca di fare cassa, facendo pagare ai turisti una tassa, la cosiddetta imposta di soggiorno, che non può superare 5 €. Con un bel po’ di fantasia Acri è stata messa sullo stesso livello delle grandi metropoli, delle città d’arte, dove i turisti affollano le strade e gli alberghi, riteniamo che tutto questo sia vergognoso. I duemila euro, che si presume siano il gettito di un anno, potevano essere recuperati in un solo mese rinunciando ad una piccola quota delle indennità, senza attingere ingiustamente dalle tasche di chi ad Acri pernotta per motivi di lavoro o di studio e non per turismo.
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