Nei giorni scorsi, la Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali, del Ministero dell’Interno, ha inviato al Comune una richiesta di chiarimenti
circa l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, che il consiglio comunale aveva approvato nella seduta del 6 settembre scorso.
Dal Comune assicurano che si tratta di normale iter, è una richiesta di istruttoria che rientra nella prassi usuale in simili circostanze.
Ora l’ente ha sessanta giorni di tempo, dalla data della relativa Pec, per fornire i chiarimenti che il Ministero ha richiesto. Si tratta di approfondire una serie di passaggi contenuti nel documento che, nelle assise municipali, è passato con i soli voti della maggioranza.
E’ un piano finanziario che prevede l’uscita dal tunnel della crisi finanziaria in quattro anni, a partire dalla dichiarazione di dissesto, quindi entro il 2019.
Com’era inevitabile che fosse, anche perché esistono precise prescrizioni normative, è un documento di “lacrime, sudore e sangue”. Tariffe elevate al massimo e servizi ridotti al minimo, come ogni dissesto finanziario impone.
Rispetto allo scorso anno, la cura dimagrante si è ulteriormente inasprita. Ad esempio, il Comune non può più garantire il trasporto scolastico per gli alunni delle scuole elementari, mentre per quelli della materna funziona con pulmini e personale propri.
L’anno scorso c’era, ma non avendo il Comune rispettato il parametro del 36%, da coprire con entrate tariffarie, come previsto per tutti i servizi a domanda individuale, è inevitabilmente incappato nella mannaia delle sanzioni, con una multa di 184mila euro, che significa una diminuzione per pari cifra di trasferimenti statali.
Il Comune è in dissesto finanziario, dopo una lunga vicenda fatta di ricorsi e contro ricorsi, dalla fine dello scorso anno. Tutti i conti precedenti a quella data vengono passati al vaglio dell’organismo straordinario di liquidazione. Da quest’anno invece si parte da zero, con tutto ciò che ne consegue.
Le polemiche sulle responsabilità del default non accennano a diminuire e ogni riunione del consiglio comunale è buona per rincarare la dose. Al di là delle prospettive politiche, non sempre scevre di una buona dose di propaganda, l’unica certezza è il periodo di magra che per alcuni anni l’ente dovrà finanziariamente sopportare.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 19-10-2017
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