La Lega di Salvini prende consensi anche nella cittadina silana. Non tanti, per la verità, il 3%, ovvero circa trecento voti, di certo un discreto bottino pur non essendo strutturata.
La perfomance della Lega è andata bene nella regione dove ha raggiunto il 6%. Da più parti ci si chiede da dove provengono i voti dati ai leghisti.
La Lega ottiene il 3% sia alla Camera che al Senato, supera addirittura l’Udc che qui ha sempre ottenuto ampi consensi, raggiungendo, spesso, i duemila voti.
Dietro ai consensi leghisti c’è un gruppo di persone, ex amministratori, consiglieri ed assessori di centro destra, ex Fi, Udc e Movimenti Civici, pronti a dare vita ad un circolo.
Sia prima del voto che oggi, questo gruppo di elettori è in continuo contatto con il leader Matteo Salvini, attraverso mail e whatsap e ci dicono; “presto lo porteremo qui.” Insomma, sono convinti, carichi e determinati, i leghisti acresi.
Non proferisce parola il Partito Democratico che ha ottenuto il 13%, ben dieci punti in meno rispetto al 2013.
Dalla segreteria nessun commento eppure il risultato dovrebbe far riflettere.
Di certo non si tratta di un giudizio sull’amministrazione comunale, guidata dal dem Capalbo, ma il calo è vistoso e preoccupante in vista delle regionali.
E’ chiaro che non tutti i simpatizzanti e militanti, hanno votato il Pd che ora è chiamato ad una seria riflessione al fine di non perdere ulteriori consensi.
Forza Italia tiene e sfiora i mille voti così come Liberi e Uguali di Grasso che poteva contare su un candidato locale (Mario Bonacci, ndr). Imbarazzante il risultato dell’Udc che prende poco più di 100 voti.
Lo Scudo Crociato paga le grosse ambiguità di questi ultimi mesi quando i dirigenti ed amministratori sono passati con facilità e disinvoltura da destra a sinistra e poi di nuovo a destra.
La sconfitta era nell’aria e i due unici eventi pre elezioni tenutesi in città si sono rivelati per pochi intimi.
In molti hanno abbandonato il partito che qui, grazie ai Trematerra, ha vissuto momenti di gloria soprattutto negli anni che vanno dal 2000 al 2012.
Tanti iscritti e simpatizzanti, pur avendo ricoperto importanti cariche, hanno preferito transitare verso altri partiti, Forza Italia e Pd, soprattutto.
Un discorso a parte merita il M5S che ha conseguito ben 6000 voti, il 60%.
I grillini, che qui continuano a non avere un portavoce, si confermano primo partito come nel 2013 ma non riescono ad esprimere candidature al Comune dove sia nel 2013 che nel 2017 sono stati assenti.
Ben cinque gli aspiranti parlamentari che, però, non hanno superato le parlamentarie sulla piattaforma Rousseau. Saranno presenti alle regionali del 2019?
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