La dialettica dei dirigenti del SI, che una volta “confidano nel senso di appartenenza e nell’onestà intellettuale” dello scrivente e, un’altra, invece, “francamente poca fiducia si riponeva nell’appello al suo senso di appartenenza e alla sua onestà intellettuale (..)”,
sempre riferita al sottoscritto, pone in essere una contraddizione marchiana, sulla quale, si badi, non voglio soffermarmi. Vorrei, invece, far rilevare che non tradirò mai gli impegni assunti e intendo arrivare alla meta con i compagni con i quali abbiamo intrapreso il viaggio. Chiarito ciò, altre due valutazioni. SI è ancora “ferma” a vecchie logiche con cui vorrebbero “ingabbiare” i propri rappresentanti e, quasi, in modo empatico trasmettere una sorta di rancore smisurato verso il sindaco. Sistemi che non mi appartengono!, e che mi ricordano come Bertinotti: nichilista e salottiero sì infausto, abbia distrutto da anni la Sinistra storica e “regalato” l’Italia a Berlusconi. Adesso, in piccolo, si percorre quell’identico percorso. Con i soliti sistemi da navigati detrattori e con elucubrazione a volte velate e altre più sussurrate che sospinte. In definitiva, Mario Fusaro, può essere o no presidente del Consiglio e non è questo il problema. Assolutamente! Di certo assicurerà l’appoggio sino a fine mandato, poiché questo è il suo intendimento nell’esclusivo interesse della città. Termina qui la diatriba e nell’eventualità, qualora si verificasse, risponderebbe con atti pubblici.
Cordialmente, Mario Fusaro