L’iter non è affatto semplice perché coinvolge enti, istituzioni e cittadini ma non sarebbe male pensare ad un eventuale Comune unico.
Considerando tradizioni, posizione geografica, collegamenti viari, interscambi culturali, il pensiero, naturalmente, va al Comune unico Acri-Bisignano-Luzzi.
Negli anni passati è toccato a Corigliano-Rossano ed ai piccoli comuni di Trenta, Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace e Spezzano Piccolo, diventati Casali del Manco mentre la discussione su Cosenza-Rende-Montalto è ancora ferma alle posizioni iniziali e l’iter per fondere San Marco Argentano e Cervicati è in fase avanzata.
Sarebbe interessante se si iniziasse a discutere su Acri-Bisignano-Luzzi, un Comune di circa 40mila abitanti.
L’ambizioso progetto di semplificazione istituzionale porterebbe ad un miglioramento dei livelli di efficienza e di efficacia della complessiva azione amministrativa (in prospettiva di numerosi pensionamenti all’interno dei Comuni), ad una riduzione della spesa pubblica, ad una significativa valorizzazione politica, amministrativa ed economica di un territorio che coinvolgerebbe montagne, colline e pianure.
Il Comune unico di 40mila abitanti significherebbe anche più potere contrattuale e miglioramento dei servizi ai cittadini, grazie anche alle incentivazioni economiche e finanziarie previste dalla normativa statale e regionale vigente. Da qui si possono immaginare il potenziamento della rete viaria ma soprattutto il rilancio della stazione ferroviaria.
È certo che i tempi che viviamo richiedono modifiche profonde del quadro istituzionale-amministrativo che, in molti casi, appare ormai inadatto a soddisfare le mutate esigenze dei territori, sia in termini di servizi che di rappresentatività.
Resta il dubbio che a un rinnovato ed efficiente quadro economico-amministrativo indotto dalla fusione vada ad affiancarsi un impoverimento identitario e uno smarrimento culturale delle singole realtà.
Insomma, la fusione porterebbe vantaggi ma anche svantaggi.
Solo una discussione ampia e profonda potrà farci capire meglio a cosa si va incontro.
Naturalmente, la prima parola spetta ai cittadini, attraverso un referendum popolare e consultivo, quindi ai vari consigli comunali ed infine alla regione.
Un iter lungo e complicato ma se si vogliono risolvere alcune questioni il Comune unico sembra l’unica via percorribile.
Da queste pagine abbiamo voluto lanciare non una proposta ma una provocazione, vedremo se e come sarà accolta.
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