È di pochi giorni fa la notizia data sui media locali circa la possibilità di realizzare sul territorio comunale di Acri il cosiddetto ecodistretto dell’ATO1.
Dei comuni interessati dallo studio di fattibilità effettuato per conto della Regione sembra siano rimasti in lizza per l’aggiudicazione dell’opera, la cui realizzazione dovrebbe comportare una spesa di circa 40 milioni di euro, il nostro comune e quello di Castrovillari, mentre gli altri enti locali avrebbero già espresso il loro dissenso alla installazione dell’ecodistretto nei propri ambiti territoriali.
Dunque comuni molto più piccoli del nostro, come Santa Caterina Albanese, ritenuto il sito più idoneo alla realizzazione della mega opera nell’ambito del suddetto studio di fattibilità - che sicuramente avrebbe dato ampio respiro alla proprie casse comunali grazie al milione di euro annui che gli sarebbero stati riconosciuti a titolo di royalty e che avrebbe risolto il problema della disoccupazione locale per diversi anni, sia con le probabili assunzioni di personale del luogo alle dipendenze delle imprese che sarebbero state incaricate della realizzazione dell’opera sia con quelle, successive, relative al personale necessario al funzionamento dell’ecodistretto - hanno già ringraziato la Regione Calabria dell’opportunità prospettatagli rifiutando la “generosa offerta”.
Sorgono spontanei, a questo punto, una serie di interrogativi: come mai la maggior parte dei comuni interessati dallo studio di fattibilità hanno già intimato l’alt alla Regione sulla paventata realizzazione di detta opera ? Perché sono rimasti in cima alla lista due comuni che versano in stato di dissesto economico-finanziario (Acri e Castrovillari) ? Data la vastità del territorio comunale di Acri, chi ha individuato come sede idonea località Chianette che dista appena un km dal centro abitato ? In che tempi si dovrà dare una risposta definitiva circa la disponibilità o meno del nostro comune alla realizzazione dell’ecodistretto?
Inoltre, l’area di località Chianette non era stata inquadrata come zona PIP (mai realizzata) destinata alle attività artigianali del territorio ? E se la memoria non ci inganna, prima che venisse assegnata agli insediamenti produttivi, non era stata dichiarata inidonea anche per tale utilizzo in base ad una relazione geologica negativa, commissionata dall’allora amministrazione P. Zanfino, che la descriveva come area franosa ed a forte rischio di dissesto idrogeologico? E se tutto ciò avesse un minimo di fondamento, con un dubbio del genere come si può solo lontanamente pensare di poter ivi impiantare un ecodistretto dalle dimensioni senz’altro considerevoli (in tutta la Regione Calabria, salvo errori, ne dovrebbero essere realizzati sei)?
A prescinderedagli interrogativi anzidetti, ai quali comunque ci si augura vengano date ampie e satisfattorie risposte da chi di competenza, Sinistra Italiana auspica che prima di ogni altro passo o decisione su una materia tanto delicata quanto sentita l’amministrazione comunale voglia coinvolgere tutte le associazioni di categoria ed i movimenti del territorio (commercianti, artigiani, agricoltori, ambientalisti, partiti e movimenti politici, associazioni in generale) nonché la cittadinanza tutta che ha il sacrosanto diritto di essere adeguatamente informata non solo sugli eventuali vantaggi ma anche e soprattutto sui potenziali pericoli per la salute dei cittadini (ricordiamoci che ad Acri vi è già un’alta ed anomala incidenza di patologie tumorali) e sul rispetto dell’ambiente.
Il Sindaco Pino Capalbo più volte in campagna elettorale ha fatto riferimento al ricorso al referendum cittadino sulle grandi questioni, strumento finanche richiamato nel programma elettorale che si è impegnato a realizzare, sarebbe il caso di iniziare ad utilizzarlo!!
Acri è un paese ricco di risorse naturali e di realtà artistiche di spessore, terra di santi, poeti e scrittori, a vocazione agricola ed artigianale, parte del suo territorio ricade nel Parco Nazionale della Sila ed è uno dei Comuni che ha aderito alla Fondazione MAB Sila proprio all’insediamento dell’attuale amministrazione, i cui principi ispiratori mal si conciliano con la realizzazione di un ecodistretto,risulterebbe quanto meno inverosimile se venisse etichettata come il luogo in cui converge e viene trattata tutta la spazzatura proveniente da gran parte dei comuni della provincia di Cosenza.
Sinistra Italiana ritiene dunque doveroso ed opportuno che l’amministrazione in carica, a stretto giro, convochi tutte le parti sociali con incontri ed assemblee ad hoc al fine di informare e coinvolgere tutti i cittadini su questo importante tema, che rappresenta un vero e proprio campo minato, anche per evitare il ripetersi di incresciosi precedenti (vedi trasferimento dei fondi per la ricostruzione del Polo Scolastico di Foresta, che si era convenuto di far convergere su San Giacomo d’Acri, al centro città senza alcun coinvolgimento delle popolazioni interessate) e in caso contrarioè pronta a mobilitarsiin forme di manifestazione civile,facendo appello a tutte le realtà sociali presenti sul territorio,per indurre chi di dovere a dare voce all’intera comunità!
Non stiamo discutendo della costruzione di un super carcere piuttosto che della realizzazione di una casa di riposo per anziani né di una strada di collegamento con il capoluogo di provincia o per il mare, qui si verte in materia di tutela della salute e diritto ad un ambiente salubre per cui si richiede massima trasparenza e totale coinvolgimento della cittadinanza, cui spetta l’ultima parola.
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