Oramai è chiaro, questo Governo delle destre contro il Mezzogiorno non ha disattenzione, ma ha compiuto una vera e propria scelta strategica: quella di non investire, non affrontare e risolvere una crisi grave e aumentare il divario economico e sociale.
Non si spiegherebbero altrimenti le decisioni assunte, una dopo l’altra, tutte fortemente penalizzanti il Sud e le aree depresse del Paese.
Eppure l’Europa, assegnandoci una quota maggiore delle risorse del fondo Next Generation Eu, aveva indicato che bisognava prioritariamente colmare i divari esistenti.
La risposta del nostro Governo e del Ministro Fitto è un taglio di quasi 16 Miliardi nel piano di revisione del Pnrr, di cui ben 7,6 riguardano finanziamenti per progetti del Mezzogiorno, spostando tra l’altro le risorse dei singoli progetti agli incentivi alle imprese, che in assenza di un progetto industriale, premiano di fatto le aree dove esiste ed è radicato e più forte il sistema di imprese, cioè il Centro Nord. Questo non può che significare che la quota del 40% degli stanziamenti destinati al Mezzogiorno non sarà rispettata.
A questo si aggiunge la distrazione dei 20 Miliardi del Fondo sviluppo e coesione, che andrebbero a compensare la cancellazione di tantissimi progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, oppure a finanziare la più grande boutade elettoralistica salviniana di Ponte sullo stretto, per oltre 1,6 Miliardi, sottraendoli a Calabria e Sicilia, che avrebbero bisogno di investimenti concreti per la realizzazione di infrastrutture che occorrono al territorio e ai cittadini delle due regioni.
Infine, sono stati cancellati 4,4 Miliardi, stanziati dal Governo Conte 2, del Fondo di perequazione destinato proprio a ridurre le differenze tra Nord e Sud. Si tratta di un segnale pericoloso, in quanto, pur trattandosi di somme insufficienti, rappresentava un primo tentativo di avviare un processo reale di perequazione strutturale, di riallineamento delle offerte infrastrutturali, come richiamato dallo Svimez.
Questo è il quadro di attacco “strategico” al Mezzogiorno, in cui si cala il progetto scellerato della peggiore “filosofia” leghista dello Spacca Italia o della secessione dei ricchi. Bisogna sottolineare che oltre alla questione rilevante delle risorse, questo progetto rappresenta una vera e definitiva cancellazione della minima prospettiva di riallineamento dei divari di cittadinanza tra Sud e Nord.
Sinistra Italiana della Calabria ritiene che difendere il Sud oggi è questione centrale, significa difendere non solo l’unità del Paese, l’uguaglianza dei diritti e delle opportunità, ma anche la possibilità di sviluppo dell’intero territorio nazionale.
Bisogna invertire i ragionamenti, rilanciando un’idea alternativa di società e futuro, nella quale il Sud e le aree in ritardo di sviluppo possono rappresentare una grande opportunità per l’Italia.
Sinistra Italiana fa appello a tutte le forze politiche e sociali, alle Associazioni e ai Movimenti, alla Conferenza Episcopale calabrese, che si è espressa in modo chiaro e inequivocabile sul progetto che divide il Paese, perché ognuno faccia pienamente la sua parte in un momento così importante, grave e delicato, per una informazione capillare e una mobilitazione delle cittadine e dei cittadini calabresi contro un’idea di società in cui si aumentano diseguaglianze e divari, in cui i poveri sono destinati ad essere più poveri, in cui il destino di ognuno è legato al luogo di nascita.
E basta con le ambiguità di un Presidente della Regione che un giorno dice una cosa e il giorno dopo l’esatto contrario, creando divisioni e polemiche anche all’interno della sua parte politica.
E’ il momento della concretezza, della chiarezza e di schierarsi a difesa degli interessi dei calabresi!
Cosenza, 8 Febbraio 2024
IL SEGRETARIO DI SINISTRA ITALIANA DELLA CALABRIA
Fernando Pignataro
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