Dopo la pubblicazione dell’ordinanza recante numero 25/2017 avvenuta in ottemperanza di quella emanata dalla Regione Calabria, ho avuto modo di leggere ed ascoltare reazioni del tutto fuorvianti rispetto alla reale entità della situazione, in alcuni casi tendenti addirittura al mero allarmismo.
Mi corre l’obbligo quindi di intervenire chiarendo alcuni e determinanti punti.
Anzitutto una premessa legata alla forma stessa dell’atto in questione. Nell’ordinanza della Regione Calabria infatti, si sarebbe potuto preferire al termine “vieta” l’espressione meno perentoria di “si raccomanda” . E questo non perché si voglia, da parte del sottoscritto, sottovalutare il problema, ma piuttosto perché la deroga temporanea ai valori di parametro relativi alla presenza di floruri nelle acque è stata autorizzata, comunque per un periodo limitato di 30 giorni, dal Ministero della Salute, fermi restando i continui monitoraggii di tali valori da parte della stessa Sorical e dell’Arpacal.
Inoltre, e questo temo dispiacerà ai teorici della sapienza infusa che tanto si stanno impegnando in questi giorni, basti pensare che nelle più banali acque minerali presenti sul mercato il valore in oggetto sovente si trova a raggiungere cifre ben superiori rispetto a quella derogata.
Rispetto invece alla platea dei soggetti che vengono individuati come destinatari dall’ordinanza nei bambini di età inferiore ai 3 anni e negli anziani di età superiore ai 65 oltre che nelle imprese alimentari, è da ritenersi pacifico che, per estensione e qualora non specificato, la stessa platea debba allargarsi ovviamente ad altre categorie di soggetti quali ad esempio le donne in maternità e a coloro i quali presentino determinate patologie o che seguano particolari diete alimentari contraddistinte da alte quantità di floruri.
Rassicuro dunque i cittadini, augurandomi che tali chiarimenti possano da un lato aiutare a cogliere al meglio il tono e il contenuto dell’atto, e dall’altro scoraggiare coloro i quali, purtroppo, continuano a sottovalutare la sensibilità collettiva con allarmi sociali inappropriati e fuori luogo.
Cogliendo l’occasione per raccomandare un uso appropriato delle risorse idriche, voglio ricordare che in un periodo di siccità straordinario come questo non può essere più consentito un uso improprio dell’acqua e che, questa amministrazione, ancor più alla luce delle recenti sanzioni comminate dal nucleo Carabinieri Forestale che hanno scoperto un vero e proprio sistema di captazione illegale sul nostro territorio, continuerà ad intensificare i controlli e le sanzioni in caso di usi illegittimi o vietati. Inoltre, al fine di razionalizzare in termini di equità la distribuzione dell’acqua e, in applicazione dell’art.35 del regolamento per l’uso e la distribuzione dell’acqua potabile, a breve provvederemo con una serie di ordinanze a vietare l’utilizzo di cisterne con capienza superiore ai 10 quintali.
Segnalo infine che gli uffici e i tecnici comunali sono costantemente a lavoro, di concerto con l’amministrazione comunale, per l’ottimizzazione delle risorse idriche presenti sul territorio: da ultimo infatti, questa amministrazione ha appurato che la sorgente nei pressi della galleria 660 ha subito una riduzione di portata a 1 litro al minuto e che, dunque, le eventuali procedure di captazione sarebbero oltremodo dispendiose a fronte del rapporto costo/benefici.
Continuano ovviamente ad essere allo studio progetti che possano anzitutto captare fondi per il riammodernamento dell’intera rete, non prima però di una seria e dettagliata mappatura della stessa che, ad oggi, risulta essere una delle nostre priorità.
Avv. Pino Capalbo, Sindaco di Acri
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