Acri. Una serie di racconti piuttosto che un libro. “Touch me, il guerriero in una mano”, è un testo interessante che si legge d’un fiato. Cattura il lettore sin dall’inizio, in un viaggio appassionante, commovente ed anche originale. Merito dell’autrice, Maria Raffaella Ramundo, pediatra, che ha raccolto e messo su carta oltre trenta storie di neonati e rispettive famiglie. Piccoli nati prematuramente, che hanno tenuto in apprensione mamme, papà, infermieri e medici. “Questo libro – ci dice Ramundo – nasce con la consapevolezza di far conoscere la quotidianità della terapia intensiva neonatale, invitando i genitori a descrivere le emozioni durante la degenza dei propri figli nel reparto. Raccogliere sentimenti, paure, gioie e delusioni è stato emozionante. Nello stesso tempo volevo anche porre degli interrogativi riguardo il perché alcuni guerrieri, ovvero neonati, non ce la fanno. I veri protagonisti sono i bimbi ed i genitori, al centro del libro ci sono i momenti difficili vissuti nel reparto ma nessuna pretesa di scrivere un’opera letteraria, ringrazio le famiglie che me lo hanno permesso.” Oltre cento pagine, con foto a colori, scritte da un medico-pediatra di 54 anni, impiegata presso il reparto di neonatologia e terapia intensiva dell’ospedale Annunziata di Cosenza.