Nelle ultime settimane, si è proceduto a qualche ritocco nella toponomastica cittadina. Tra le nuove piazze, c’è quella intitolata ad Antonio Feraudo, già sindaco della città dal 1908 al 1918.
Nel 1905 fu eletto consigliere comunale e, poiché all’epoca il Comune di Acri era in lite giudiziaria con i Comuni di San Cosmo, San Giorgio e Vaccarizzo, per la rivendicazione dei demani comunali acresi, già assegnati ai Comuni albanesi nel 1865 con ordinanza del Commissario Ripartitore, prese a studiare la vicenda che, sino ad allora, aveva visto sempre soccombente il Comune di Acri. Attraverso studi e ricerche fece iniziare un nuovo giudizio contro i Comuni albanesi che, dopo varie vicissitudini, si concluse in forza di una transazione imposta dal Prefetto del tempo con l’acquisizione dei diritti sul bosco Pietramorella.
Nel 1908 fu eletto Sindaco del Comune di Acri in luogo e vece del Conte Luigi Giannone, eletto consigliere provinciale. Subito prese a cuore la questione della realizzazione dell’acquedotto e della fognatura comunale che, dal 1884 si trascinava stancamente con progetti irrealizzabili e faraonici.
Grazie all’impegno di Antonio Feraudo, Acri fu uno dei primi paesi della provincia ad essere dotato di un ospedale che espletò il servizio sanitario per i cittadini sino agli inizi del 1970, allorquando venne costruito il nuovo ospedale Beato Angelo.
Altra opera realizzata sotto la sindacatura di Antonio Feraudo fu l’illuminazione elettrica pubblica, inaugurata nel 1912.
Nel 1914, veniva conferita ad Antonio Feraudo dal Re d’Italia Vittorio Emanuele III, l’onorificenza di Cavaliere della Corona d’Italia e nel 1920 l’onorificenza di Ufficiale della Corona.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 21-04-2017