Letteratura e medicina, questo il titolo del seminario che il 1° febbraio 2020 si è tenuto nell’aula Magna del Liceo Scientifico Vincenzo Julia di Acri a cura del Dottor Massimo Conocchia, cardiologo, cardiochirurgo e scrittore di origini acresi, ma trapiantato a Novara da più di vent’anni.
Dopo i saluti del Dirigente scolastico, Maria Brunetti, il Dottore Conocchia ha ringraziato per l’invito ricevuto, a lui molto gradito perché occasione per ritornare dopo quarant’anni nell’Istituto frequentato da studente e in cui ha conseguito la maturità classica.
Nel discorso introduttivo, il dott. Conocchia ha sottolineato come il Liceo classico sia stato per lui il luogo di prima formazione, che gli ha consentito di sviluppare una coscienza critica per l’acquisizione degli strumenti necessari per affrontare le sfide che a ciascuno la vita riserva, oltre al fatto che sia il Liceo classico che lo Scientifico offrono una solida base culturale per affrontare gli studi universitari. Ha invitato gli alunni a non dimenticare mai le proprie origini, ad esserne fieri e orgogliosi, a difenderle con le unghie e con i denti contro tutte le forme di intolleranza che purtroppo esistono al mondo. Occorre difendere le proprie origini, restando, però, sempre coscienti delle criticità presenti nella nostra terra. Ha esortato gli studenti a studiare tutte le materie, riconoscendo ad ognuna pari dignità. Dopo, ha proseguito la sua lectio magistralis entrando nel vivo del tema da trattare, affermando che tra letteratura e medicina ci sono rapporti molto stretti e che addirittura nel XIX secolo chi ambiva ad intraprendere la professione medica doveva avere una solida base letteraria. Anche ai giorni nostri moltissimi medici sono autori di libri di successo, inoltre, sia la medicina che la letteratura ambiscono al benessere psico-fisico dell’uomo, infatti l’una cura lo spirito l’altra il corpo. La scrittura, ha puntualizzato, ha un valore catartico per chi scrive e per chi legge. Il medico non può essere un semplice somministratore di farmaci, tra medico e paziente deve intercorrere per forza una relazione umana, un legame che permetta a al paziente di avere fiducia nel medico e al medico permetta di vedere il malato nella sua globalità, stabilendo un rapporto empatico. Da qui nasce l’esigenza per molti medici di mettere per iscritto sensazioni, pensieri ed emozioni. Lo stesso Conocchia racconta di essere alla sua quarta esperienza come scrittore. In conclusione, ha invitato gli alunni a studiare e, anche se dovessero andare via, svolgendo altrove gli studi universitari o la professione medica, ha raccomandato loro che siano sempre pronti a ritornare nella loro terra, sì da poter offrire un valido contributo al progresso e allo sviluppo sociale.
La lectio è stata una vera e propria lezione di vita per i ragazzi, che si sono mostrati entusiasti e soprattutto fiduciosi che attraverso lo studio riusciranno ad affermarsi e a mettersi in gioco non per competere, ma per eccellere.
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