In questi giorni tanto si è detto e fatto sulla nostra protesta, quindi riteniamo giusto chiarire a tutti le nostre motivazioni ed i nostri scopi. La protesta, come noto, è iniziata il 30 Ottobre, giorno del Beato Angelo: innanzitutto teniamo a chiarire che il Beato è stato la scintilla della nostra “presa di coscienza” ma assolutamente non il motivo alla base di essa, è stato solo una delle tante immotivate ingiustizie che ci siamo visti subire. Ad aver scatenato questa insurrezione sono state le regole restrittive della scuola e la mancanza assoluta di democraticità in essa.
Infatti uno studente della nostra scuola non può fare più di 5 assenze, ritardi o uscite anticipate senza venir punito, uno studente della nostra scuola non può permettersi una febbre, un viaggio (anche culturale) o una qualsiasi altra assenza giustificata, e la parola dei genitori in merito vale 0. Inoltre si parla anche di punire le assenze di massa (quindi se noi tutti alunni volessimo scioperare saremmo puniti, calpestando l’Art.40 della Costituzione) e quelle strategiche (e non viene specificato cosa si intenda con la parola “strategia”, tra l’altro). E i casi di punizioni su assenze, che non staremo qui a citare, per questioni sia di privacy sia di praticità per quanti sono, vi assicuriamo, sono tanti, basta parlare con uno di noi, con uno dei tanti che ha mai avuto un 5 in condotta, senza sospensioni o provvedimenti gravi come dice la legge, ma solo per non essere stato bravo in qualche materia ed aver fatto più assenze del dovuto.
Anche le assemblee, al contrario di quel che la Dirigenza ha comunicato sui giornali, spesso sono state ostacolate. Infatti l’assemblea del 9 Novembre, poi fatta il 5, che molti giornali dicevano fosse stata garantita dalla preside, in realtà era un’assemblea speciale chiamata solo grazie alla nostra mobilitazione.
L’assemblea ordinaria era stata richiesta, e puntualmente e immotivatamente rifiutata, già per il 31 Ottobre. Poi, per continuare, gli obbiettivi raggiunti dalla scuola di cui si parlava nelle comunicazioni sopracitate sono stati conseguiti grazie agli alunni, e la serenità che avrebbe apprezzato il Ministero era dettata dal clima dittatoriale di chiusura e paura che aveva instaurato la scuola. E questi alunni, al contrario di ciò che è stato affermato, non vivono in un ambiente democratico, anzi: innanzitutto la componente alunni del Consiglio di Istituto della scuola non ha avuto il diritto di votare il regolamento nella convocazione tenutasi ad Ottobre, asserendo al fatto che sia decaduta il 31 Agosto e negando il valore di prorogatio sancito dalla legge (Art. 50 OM 215/91 – Art. 51 OM 215/91). E poi, addirittura, a mo’ di sfida, ci è stato detto “Che tanto non sarebbe cambiato nulla del regolamento perché la dirigenza ha la maggioranza in consiglio”, come se fosse in atto una guerra fra gli alunni e la scuola, e che quindi dovremmo accontentarci della possibilità che in collegio si voti se, indovinate un po’, punirci o meno per lo sciopero del 30! Bel esempio di democraticità! Quindi non siete davanti ad un caso di ragazzi che cercano disperatamente scuse per saltare giorni di lezione, anzi, non vediamo l’ora di tornare alla normalità, ma siete davanti a dei ragazzi che ne hanno abbastanza di essere trattati come se fossero l’ultima ruota del carro quando nessuno può mettere in dubbio il fatto che senza questi ragazzi il carro non esisterebbe nemmeno.
Quindi continueremo, in un modo o nell’altro, a combattere per ciò che ci spetta, senza farci più sottomettere, confidando nell’aiuto e nella comprensione che finora molti ci hanno mostrato, e cogliamo l’occasione per ringraziare proprio l’aiuto di quei molti, genitori o esterni, che ci stanno dando man forte nella lotta.
Il Liceo Julia siamo noi, non la Dirigenza!
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