Il nuovo atto aziendale, per la parte che riguarda l’ospedale di Acri, non soddisfa la Laca (Associazione Liberi Cittadini Acresi), che circa due anni fa, proprio sulla struttura sanitaria, portò in piazza circa cinquemila persone.
“L’atto aziendale dell’Asp di Cosenza – si legge in una nota dell’associazione -, approvato dalla struttura commissariale della Regione Calabria, con Dca n° 110/2017, non risolve le criticità dell’ospedale di Acri”. Il documento sottoscritto dal Dg provinciale, dott. Mauro, “in pratica, non cambia un bel nulla della situazione organizzativa attuale. Riesce addirittura peggiore del precedente: spariscono, infatti il reparto di Lungodegenza e l’ambulatorio di Oncologia. Leggendolo, è palese la volontà che si voglia spostare i servizi sanitari dal nosocomio cittadino al territorio”. Per la Laca “viene tirato in ballo l’ospedale della Sibaritide, del quale non è stata posta neanche la prima pietra. La conferma della intenzioni l’abbiamo avuta durante il consiglio comunale aperto del 4 settembre scorso”. In quella occasione, “il delegato politico regionale (Pacenza) e quello sanitario (Mauro), ognuno per la parte che è chiamato a recitare, hanno dato risposte per nulla tranquillizzanti alle richieste dei cittadini. Questi ultimi, sono vittime del piano di rientro, architettato in una notte di agosto del 2008. In oltre otto anni di commissariamento, la situazione del servizio sanitario regionale è andata via via peggiorando. Aumento dell’emigrazione sanitaria, i pronto soccorso al collasso e l’incertezza per i cittadini di essere curati adeguatamente”
L’economia cittadina “ha risentito pesantemente del depotenziamento dall’ospedale di Acri. E’ assurdo che per trattare alcune patologie che prima venivano affrontate all’ospedale di Acri, si debba invece “emigrare” in altre realtà. Insomma, il Sistema Sanitario Regionale e il regime commissariale hanno fallito.
In consiglio comunale “abbiamo chiesto che vengano potenziati, in tempi brevi, i servizi dell’emergenza-urgenza, che vengano garantiti gli interventi chirurgia in week surgery, aperta la Rm e la Lungodegenza. Abbiamo chiesto, anche, la copertura di tutti i posti previsti nel Dca 64/2016. Nella nostra proposta operativa per il rilancio del presidio ospedaliero acrese – conclude la Laca -, presentata al presidente del consiglio comunale di Acri al commissario Scura e al presidente Oliverio, proponiamo un nuovo modello organizzativo per gli ospedali di zona disagiata, come quello di Acri, che tenga conto delle proprie peculiarità, concedendo ad essi l’autonomia gestionale necessaria. Chiediamo, infine, l’investimento dei fondi ministeriali destinate al potenziamento dei servizi sanitari per le aree disagiate. Chiediamo un aiuto dalla politica: stia al fianco dei cittadini altrimenti si dovranno percorrere altre vie per la difesa del diritto alla salute”.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 14-09-2017
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