Dopo l’ultimo incontro scorso tra il presidente Oliverio e la ministra Lorenzin, è assodato che il commissariamento della Sanità calabrese non finirà.
Si continuerà ancora con il Piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale, imposto dal governo centrale, che ha determinato tagli e chiusure, limitazioni e paradossi. Lo stesso Governo che non ha ancora dato alla Calabria i 2 miliardi di euro del fondo sanitario nazionale. Medici, infermieri e altri operatori sanitari sono costretti a lavorare in condizioni difficili, con il rischio di moltiplicarsi di casi di malasanità. Noi calabresi abbiamo servizi inefficienti, per i quali non vengono rispettati gli standard minimi di assistenza, ma questo diventa secondario nella logica dei tagli lineari e nel contenimento delle spesa. La tutela della salute (art. 32 Costituzione) parte dalla prevenzione, passa per la medicina del territorio, che va resa efficiente e funzionante, fino ad arrivare alla Medicina per Acuti. Non serve fare proclami, incontri, comparse o minacciare incatenamenti. Di tutto si parla tranne che di rivedere l’attuale assetto sanitario regionale per renderlo rispondente ai criteri di economicità e funzionalità. È indispensabile un nuovo modello di Sanità regionale, per gli ospedali di area disagiata con una nuova tipologia di Ospedale SPOKE DI MONTAGNA, multidisciplinare ed autonomo. Intanto, ad Acri, sono state sospese le prenotazioni esterne di Radiologia, la Chirurgia in Week Surgery non è stata realizzata e quella dello Spoke Corigliano-Rosssano rischia la chiusura a breve, la RM di “prossima” apertura non avrà il personale necessario per funzionare. La strada per raggiungere Cosenza, via Cocozzello, con un limite velocità di 30 Km/h, allunga inevitabilmente i tempi di arrivo all’HUB di riferimento. Ad oggi è mancata una discussione aperta tra amministratori e cittadini (chiesto un incontro più volte al Sindaco), cosi si è stata scoraggiata un’azione unitaria per difendere e migliorare la sanità di Acri, cosa che invece è avvenuta in altre realtà. Noi della LACA diciamo: la montagna, area disagiata, si sta spopolando, e chi oggi vuole ignorare questo fenomeno sarà il responsabile delle conseguenze sul tessuto sociale della nostra Città. E’ necessaria una mobilitazione popolare per rilanciare l’Ospedale di Acri e la Medicina del Territorio. Le promesse e le attese non hanno dato risultati. Il popolo di Acri rifletta molto bene su ciò che sta subendo. Ora basta, prima che sia troppo tardi!
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