Acri. Nessun allarmismo ma solo la volontà di fornire utili dati. L'amministrazione comunale, assessorato ai servizi sociali, ha reso noto il secondo rapporto di indagine epidemiologica sul territorio, ovvero i casi di tumore riscontrati al 31 dicembre 2010. Un prezioso lavoro realizzato in collaborazione con la facoltà di statistica dell'Unical e dell'Asp ma soprattutto con i medici di base che hanno compilato, in forma anonima, le schede di rilevazione. Alla fine ne sono usciti fuori settanta pagine di dati ed informazioni utili per tenere sotto controllo i fenomeni studiati. Dal lavoro emergono risultati importanti ma, fortunatamente, non da creare allarme. Poco più di 18.000, sono stati i pazienti monitorati ed alla fine è risultato che l'1,38% (nel 2002 era l'1,08%) dei residenti vive con una pregressa diagnosi di tumore, ovvero 254 cittadini, (nel 2002 erano 241), 130 femmine, con età media 60, e 124 maschi con età media 67. I dati sono suddivisi per sei micro aree territoriali e fasce di età. Le sedi tumorali di prevalenza sono; mammella, prostata, colon e retto, leucemie, polmone, stomaco, fegato. Nel solo 2010, invece, il tumore alla mammella è stato quello più diffuso con 14 casi, seguono colon e retto (10), prostata (6), utero (4), fegato (4), tiroide (3), vescica (3), polmone (3), leucemia (3), ovaio (2), lingua (2), sistema nervoso (2), pene e rene (1). I casi più elevati si sono registrati ad Acri centro (142) mentre nell'area di Padia non sono stati rilevati nuovi casi nel 2010.
Ne hanno discusso, Amedeo Gabriele, presidente della commissione sanità comunale, Raffaele De Vincenti, assessore comunale alla sanità, Gennaro Fabbricatore, sociologo dei servizi sociali, Francesco Sconza, dell'Asp e Rosalbino Biamonte, oncologo dell'Annunziata. Tutti hanno concordato sul fatto che il lavoro deve essere un punto di partenza, un'iniziativa di tipo educativa e non solo prettamente informativa. Importante – è stato detto – è trovare le risorse per tali tipi di studi che rappresentano un'importante banca dati. Da tutti, infine, l'appello a seguire una buona alimentazione, di evitare alcool e fumo, di tenere sotto controllo il peso ma soprattutto di affidarsi alla prevenzione primaria attraverso periodici screening e visite specialistiche. Un lavoro meticoloso e ben fatto che, però, non ha attratto, in sede di presentazione, l'attenzione dei medici di base (presenti in appena 4) e degli ospedalieri. Assenti anche le forze politiche e le associazioni, quelle soprattutto che svolgono lavoro in campo sanitario.
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