ACRI. Il consiglio comunale ha approvato, con i soli voti della maggioranza, contrari Udc e Pd, la delibera che certifica il dissesto finanziario dell'Ente. Tra qualche mese, quindi, a palazzo Gencarelli è attesa l'arrivo di una commissione liquidatrice che avrà il compito di mettere in ordine i conti e di pagare i debiti pregressi. L'amministrazione comunale, che governa da appena otto mesi, invece, gestirà l'ordinario e il prossimo bilancio del 2014. Ieri l'intero civico consesso era d'accordo all'unanimità: sta per consumarsi la pagina più triste e drammatica della storia di Acri. Volti cupi ma discussione corretta anche se animata tra le due fazioni. Il sindaco Tenuta, ancora una volta, ha elencato i motivi, che a suo dire, avrebbero provocato il default dell'ente: superamento dei parametri di deficitarietà, debiti fuori bilancio, forte evasione dei tributi, rinegoziazione dei mutui.
Il primo cittadino aggiunge: "il dissesto si poteva evitare se lo scorso anno si fosse attivata la procedura per risanare una parte del bilancio grazie ai sei milioni provenienti dallo Stato." Poi aggiunge: "abbiamo sperato fino all'ultimo di poter evitare la crisi ma la cospicua massa debitoria non ci ha permesso di realizzare il piano di riequilibrio finanziario, tuttavia faremo ricorso alla Corte di Roma anche perché in questo stato di cose la mia amministrazione potrà fare poco o nulla." Dai banchi della maggioranza, inoltre, nessuno sconto ai passati amministratori accusati di aver redatto bilanci artefatti e di aver effettuato una gestione amministrativa allegra.
Maiorano e Vigliaturo (Udc) affermano: "il dissesto è stato fortemente cercato e voluto sin dall'insediamento, forse anche per individuare precisi responsabili, ed in questi sette mesi la maggioranza non ha fatto nulla per evitarlo." Capalbo (Pd) aggiunge: "il dissesto testimonia il fallimento di una classe politica ma la precedente giunta ha precise responsabilità." Termina, quindi, dopo otto mesi, cioè da quando la Corte dei Conti ha inviato il primo richiamo riguardo numerose anomalie e per i quindici milioni di debiti, l'iter che ha portato il comune al dissesto.
Ora si apre una fase nuova, non certo felice per l'intera comunità. Non ci saranno aiuti dal governo centrale, il comune non potrà contrarre mutui, le imposte potranno essere aumentate fino alla massima aliquota e potranno essere soppressi i servizi non indispensabili. Sindaco, giunta e consiglieri resteranno regolarmente in carica ma saranno coadiuvati da una commissione designata dal Ministero degli Interni. Anche l'ultimo consiglio comunale del 2013, (ma credo che sarà così anche nel 2014) purtroppo, ci ha regalato le solite cose negative: consiglieri comunali impreparati, interventi banali e fuori luogo, attacchi inopportuni alla stampa locale (da parte di chi non è mai stato né citato né criticato dai vari giornalisti), consiglieri che leggono, in una lingua italiana molto approssimativa, il solito dettato, altri che ricevono suggerimenti dall'esterno in tempo reale, altri ancora che, pur apparire e farsi ascoltare da parenti ed amici, dicono cose inutili.
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