La polemica, fortunatamente, è durata qualche giorno. Ieri mattina l’artista Gino Scarsi e l’amministrazione comunale, rappresentata dal vice sindaco nonché assessore ai lavori pubblici, Salvatore Ferraro, si sono seduti attorno ad un tavolo per trovare una soluzione riguardo la statua in ferro battuto abbandonata da qualche anno in un deposito tra rifiuti e cartone.
Erano presenti anche alcuni componenti del Comitato per la tutela dei beni comuni. L’artista si è dimostrato tenace e determinato, il Comune sensibile ed alla fine è stato trovato un accordo.
La scultura, che rappresenta un monumento contro le guerre con tre teste che indicano il capitalismo, lo Stato e la chiesa, sarà oggetto di un minuzioso restyling che partirà già entro questo mese e le spese saranno suddivise; il Comune si preoccuperà di pagare i materiali occorrenti, circa tremila euro, l’artista metterà a disposizione la sua mano d’opera in modo gratuito. L’accordo prevede anche l’individuazione di un sito pubblico dove poter sistemare la scultura entro la fine dell’anno in occasione di una pubblica manifestazione.
Si tratta di un’opera in ferro battuto, di circa venticinque quintali, dedicato ai caduti ed ai dispersi delle due guerre mondiali.
Nei giorni scorsi l’autore aveva scritto due lettere, una al sindaco Tenuta, e l’altra, una sorta di appello, ai cittadini perché si impegnassero per la valorizzazione dell’opera. Nella lunga missiva, Scarsi aveva effettuato un excursus, non senza accenni polemici e di ingratitudine verso la sua opera minacciando di riprendersela. La scultura fu donata alla città nel 1984 in occasione delle giornate della pace ma non è stata mai apprezzata e valorizzata. Le varie amministrazioni comunali, infatti, non hanno mai inteso trovargli una degna sistemazione.
Dapprima era stata relegata nell’atrio del liceo classico Juilia poi in un deposito per rifiuti ma oggi, finalmente, ci sono le possibilità perché essa possa essere apprezzata da residenti e turisti.