Acri merita il suo ospedale "Spoke". Sembrano sterili le polemiche sollevate dai rappresentanti istituzionali dell'area del Pollino - Sibaritide in seguito al decreto n. 191 del 20 dicembre scorso, il quale ha previsto l'accorpamento in un unico spoke dei presidi di Castrovillari ed Acri.
E' certamente una conquista per la cittadinanza, dopo la condanna che era stata assegnata al nosocomio acrese, la quale che avrebbe visto ledere il tanto conclamato diritto alla salute.
Si tratta di un importante risultato raggiunto, a prescindere dalla parte politica che ha rivendicato la struttura, fondamentale a coprire le esigenze sanitarie di un territorio vasto come Acri e, soprattutto, a tutto interesse della sua popolazione.
Cosa c'entra il mantenere in vita il "Beato Angelo" di Acri come ospedale Spoke (con il potenziamento del personale e delle apparecchiature) con la struttura sanitaria di Castrovillari? Non esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B. Lo Spoke acrese non toglie nulla se non qualche piccolo potere locale. Castrovillari e Acri hanno, pressoché, la stessa densità di abitanti.
Non si possono, poi, penalizzare gli acresi mettendo in ballo i presidi di Trebisacce o di San Marco Argentano. E' come dare una colpa a chi è rimasto illeso dopo un brutto incidente stradale.