Acri. Si inaspriscono, e forse in modo irreparabile, i rapporti tra amministrazione comunale e Udc, partito a cui, fino al 2006, apparteneva l'attuale sindaco Nicola Tenuta. Nei giorni scorsi, dopo la delibera della Corte dei Conti che certificava lo stato di dissesto finanziario del comune, l'Udc aveva manifestato pubblicamente la volontà di collaborare con l'amministrazione per trovare eventuali soluzioni giuridiche ed economiche al fine di risollevare le sorti della città. Insomma una mano tesa da parte di un partito che al momento può contare su un eurodeputato ed un assessore regionale. L'esecutivo Tenuta, però, vuole proseguire sulla propria strada e non solo rispedisce al mittente l'invito ma lancia invettive e pesanti accuse. Tenuta e la sua giunta hanno, evidentemente, altri mezzi per uscire dal pantano amministrativo anche se le continue accuse reciproche tra amministrazione e Udc sanno più di rancori e vecchie ruggini personali e poco di politico. "Come si può collaborare – si legge in un comunicato a forma amministrazione comunale - con chi non ha votato in consiglio le controdeduzioni inviate alla Corte dei Conti? Come si può collaborare con chi ha candidato consiglieri incompatibili nonostante la legge e l'Autorità Nazionale Anticorruzione imponga le loro immediate dimissioni? Come si può collaborare con un partito il cui massimo responsabile voleva occupare contemporaneamente il ruolo di sindaco e di eurodeputato? Come si può collaborare con un partito che è a conoscenza della drammatica situazione finanziaria dal mese di maggio e non ha fatto nulla? Come si può collaborare con un partito i cui amministratori avrebbero potuto adottare la procedura del pre dissesto per sanare i circa sette milioni di euro di debiti fuori bilancio? Come si può collaborare con un partito i cui amministratori hanno imposto ai dipendenti l'utilizzo dei fondi vincolati? Collaborare con L'Udc – si legge ancora – sarebbe impossibile dal punto di vista morale e incomprensibile dal punto di vista politico anche perché non abbiamo né padroni nè padrini a cui rendere conto del nostro operato ma solo ai cittadini." L'aspra diatriba tra le due parti, avrà un seguito.