Acri. Magistratura, inchieste televisive e giornalistiche, sindacati e perfino Striscia la notizia. A quanto pare la Sibari-Sila attira l’attenzione ma, nello stesso tempo, continua ad non essere percorribile.
Non sono bastati dieci anni di lavori per l’importante tracciato, ovvero la trasversale mare Ionio-Sila. Anzi, i tempi di consegna si allungano e non di molto. Poco più di due chilometri, otto viadotti, due gallerie per un importo che sfiora i trenta milioni. Nel 2003, giunta regionale guidata da Chiaravalloti ed assessore regionale ai lavori pubblici, Misiti, il primo lotto viene inserito nel programma opere pubbliche dell'Anas. Un notevole supporto arriva anche dal senatore Udc, Trematerra.
La spesa complessiva prevista, circa otto chilometri, ammonta a 200 milioni. I lavori interessano i territori di Acri, Corigliano, San Demetrio Corone, Santa Sofia D'Epiro che in futuro saranno più vicini al mar Ionio ed alla Sila ed il primo lotto è compreso tra il collegio di San Demetrio Corone e località Calamia di Acri.
Ma l’obiettivo dell’opera è quello di unire mare e montagna e favorire, così, turismo e sviluppo. Nel 2005, giunta Loiero, assessore regionale ai lavori pubblici, Incarnato, il tracciato subisce sostanziali modifiche. I sindaci di Acri, Coschignano, e quello di san demetrio, Marini, approvano. Tra grandi ammassi cemento, inaugurazioni di gallerie, varianti e problemi (non pochi) tecnici, i giorni passano.
Oggi, chi passa da quelle parti, vede solo cemento, mezzi fermi e strade comunali dissestate. Più di uno ha sollevato anche gravi errori progettuali. Pare, infatti, che per eliminare i dislivelli tra due punti, probabilmente sottovalutati o calcolati male, occorrerebbe sventrare una montagna, addirittura utilizzando la dinamite. Dopo dodici anni, quindi, la Sibari-Sila resta un’incompiuta.