Acri. "Potere e speranza hanno divorziato tempo fa, facciamo in modo che ritornino ad essere almeno una coppia di fatto." Con questa frase, con cui si è guadagnato una vera e propria standing ovation, Nichi Vendola ha concluso la manifestazione pubblica a sostegno del candidato locale al consiglio regionale, Alberto Vuono e di Mario Oliverio, candidato a governatore per il centro sinistra. Vendola non cita mai il collega Oliverio, piuttosto se la prende spesso con Scopelliti reo "di aver ridotto in macerie la Calabria", accusa la 'ndrangheta "presente in tutti i settori della vita pubblica", e prende come esempio la sua Puglia in netta crescita dal 2004. "La sala Falcone è piena e Vendola ammalia. "In questi ultimi anni – dice il leader di Sel – in Calabria c'è stato un potere arcigno e cattivo che non ha fatto crescere la regione diventata la vergogna dell'Italia sotto la gestione Scopelliti. Siete ultimi in tutto e le ricchezze che avete non sono state sfruttate adeguatamente." Vendola dimostra di conoscere a fondo la regione quando cita l'Aspromonte, il porto di Gioia Tauro, Polsi, la Sila, il mare, Crotone e Reggio Calabria "alla cui guida finalmente è tornata una persona onesta e per bene." Applausi. C'è spazio anche per il ponte dello stretto e Vendola lo ricorda con una frase per la quale è stato processato e assolto dopo la denuncia dei sindaci di Reggio Calabria e Messina, Scopelliti e Buzzanca: "vogliono unire due cosche piuttosto che due coste." Quindi le proposte: "la questione è solo culturale, se i calabresi vorranno la regione si risolleverà, basti che la nuova classe dirigente di centro sinistra sappia sfruttare le potenzialità, intercettare e spendere i fondi europei come abbiamo fatto in Puglia, creando sviluppo e posti di lavoro. Non è più il momento di fare gli omertosi e di avere paura a denunciare." Il finale è per una riflessione di carattere nazionale: "attenzione, i partiti di estrema destra stanno crescendo in tutta Europa, nazismo e fascismo, sono presenti e la nostra democrazia, senza lavoro, diritti, dignità, è a forte rischio."