Acri. Come anticipato ieri da L'Ora, domani, venerdì, si terrà l'atteso consiglio comunale sulla questione legata al dissesto finanziario dell'ente. L'amministrazione guidata da Nicola Tenuta, quindi, ha scelto la via più breve, quella, cioè, che dovrà certificare o meno lo stato di dissesto dell'ente dopo il grave richiamo della Corte dei Conti dello scorso trentuno ottobre. In quella occasione l'organo di controllo era stato severo e diretto: o si metta in atto un piano di risanamento attuabile a breve termine attraverso il reperimento di almeno sei milioni o il comune certifichi lo stato di dissesto. Il tutto entro e non oltre il 20 novembre. Se, come sembra, venerdì si riunisce l'assise significa che l'amministrazione non è stata in grado di produrre quanto richiesto dalla Corte. Sia la mole di debiti che il richiamo della Corte, una ventina di pagine, non fanno pensare a nulla di buono.
A quanto pare il sindaco Tenuta ed il suo staff ce l'hanno messa tutta per evitare tale situazione. La maggioranza, quindi, sottoporrà l'atto al consiglio comunale per la conseguente approvazione. Nel caso in cui il consiglio comunale dovesse deliberare il dissesto finanziario, sindaco, giunta e consiglio resterebbero in carica ma verrebbero affiancati da una commissione nominata dal Ministero degli Interni che si occuperebbe del disavanzo pregresso, mentre l'amministrazione gestirebbe il bilancio "risanato."
Una volta che il consiglio approva e delibera la dichiarazione di dissesto si verifica una vera e propria spaccatura tra il passato ed il futuro. Tutto ciò che è relativo al pregresso, compresi i residui attivi e passivi non vincolati, viene estrapolato dal bilancio comunale e passato alla gestione straordinaria della liquidazione, composta da una apposita commissione. Sono ore di grande attesa e ansia per la comunità che vede all'orizzonte la possibilità dell'aumento delle tasse fino alle massime aliquote consentite dalla legge. Domani, in aula, se ne saprà di più.