Questa volta ‘U Iesu non è riuscito a dribblare ed a sconfiggere il suo avversario. Che sarebbe stata una partita dura e difficile, lo si sapeva sin dall’inizio ed alla fine l’avversario, brutto e temibile, ha avuto la meglio. Purtroppo.
Eppure Salvatore ‘U Iesu di sconfitte ne ha patite tante nella sua lunga carriera calcistica ma questa è, di certo, la più brutta e la più difficile da digerire per familiari ed amici. Difficile se non impossibile trovare qualcuno che parli male di Salvatore ‘U Iesu.
Cordiale, corretto, educato, affabile, generoso. E, difatti, la città per due giorni è stata sotto una cappa di tristezza e amarezza. Poco più che 50enne, lascia la moglie e due giovani figli ma lascia un vuoto anche nel panorama calcistico locale. Imprevedibilità, fiuto del gol, tecnica, lo avevano fatto diventare un idolo locale ed un attaccante apprezzato nell’intera regione. Erano gli anni ’80, calcio puro, onesto e verace proprio come ‘U Iesu a cui i tifosi e gli amici si divertivano a dargli vari nomignoli; pupo, bomber, folletto.
Di certo un talento, con fisico esile ma che, nonostante le tante richieste e le qualità apprezzate, non ha voluto mai lasciare la sua Acri. Inizi anni ’80, lo stadio di via Seggio era stato appena inaugurato. Qui ‘U Iesu ha regalato emozioni e gioie.
Memorabile la sua esultanza dopo un gol con la corsa verso l’unica tribuna e l’aggrapparsi alla rete per ricevere i complimenti dei suoi tifosi. Numerosi.
Numero nove o numero undici, poco importava, ‘U Iesu era il vero attaccante di area e spesso anche la carta vincente da mandare in campo quando si era in difficoltà. E quante partite ha risolto con i suoi guizzi vincenti. Prima di ogni sfida i tifosi si chiedevano? “oi ioca u iesu”, oppure “meno male ca c’è u iesu” o infine “si volimu vincere ci vò u iesu in campo.” Una carriera lunga e caratterizzata da gratificazioni, soddisfazioni e promozioni, tante reti anche di pregevole fattura.
Esperienza e qualità al servizio dei colori rossoneri, in Promozione e nell’Interregionale. Ma anche molti tornei amatoriali dove le squadre facevano a gara per averlo. Nella vita privata un uomo di compagnia, sempre allegro e con la battuta facile.
Attaccato alla famiglia amava lo sport ed il calcio in particolare e la buona cucina. Si faceva volere bene e per dargli l’ultimo saluto, sono arrivati in città anche ex compagni ed ex avversari perché come giustamente recitava uno striscione degli ultras dell’Acri “chi scrive la storia non muore mai.”
Da Acri Punto Info le più sentite condoglianze alle famiglie Bonofiglio-Vigliaturo.
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