L’impressionante escalation di furti nelle abitazioni, che da queste parti non ha un valido riscontro storico, ha diffuso una sorta di psicosi collettiva, unita a un inaudito senso di impotenza.
Numerose le case svaligiate, con malviventi sempre più sfrontati e cittadini disorientati. La cronaca è ricca di casi di incursioni, con i proprietari costretti a subire una sorta di violazione che va ben oltre la profanazione dell’ambiente domestico.
Non sono solo gli oggetti e i ricordi o il valore affettivo che si portano dietro, ma la sensazione che non vi sia un posto sicuro tra le mura di casa in cui custodirle ad alimentare un dilagante senso di frustrazione.
Le forze dell’ordine assicurano di avere elementi su cui stanno lavorando, ma sarebbe utopistico pensare che un caserma dei Carabinieri di poche unità possa controllare efficacemente un territorio di oltre duecento chilometri quadrati, fatti spesso da un habitat sparso. Ecco perché il sindaco non può dire, come ha fatto di recente in consiglio comunale, che gli acresi possono stare tranquilli, perché tranquilli non lo sono affatto.
Eppure il Comune qualcosa potrebbe farla, e farla subito. E’ stato approvato nelle assise municipali, ormai da mesi, un regolamento per la videosorveglianza, ma le telecamere continuano a non funzionare. Intanto non mancano le proposte.
La consigliera Anna Vigliaturo, ad esempio, ha caldeggiato l’istituzione delle ronde di quartiere, magari con il necessario contributo delle associazioni di volontariato che operano, in questo settore, sul territorio comunale. Ma anche qui occorre l’impulso iniziale del governo della città.
C’è poi chi ha chiesto a gran voce agli acresi di firmare la proposta di legge sulla legittima difesa, che ha lo scopo di rendere più severe le pene in caso di violazione del domicilio e quindi di tutelare maggiormente chi subisce furti o aggressioni nella propria casa.
In particolare, la proposta di legge è finalizzata a modificare gli articoli 55 e 614 del codice penale. Con la modifica dell’articolo 55, il disegno di legge intende escludere l’eccesso colposo in legittima difesa, vale a dire legittimare il padrone di casa a poter difendere se stesso e i propri beni senza subire denunce. La modifica dell’articolo 614, invece, richiede l’aumento della pena fino a 6 anni per chi commette il reato di violazione di domicilio ed un ulteriore aumento fino a 7 anni nel caso in cui il colpevole sia palesemente armato al momento dell’aggressione. Infine, c’è anche la petizione da inviare al Prefetto per l’aumento dell’organico dei Carabinieri.
Nell’attesa, la speranza è che questa spirale di furti nelle case possa subire un brusca interruzione e che i colpevoli, perché c’è la convinzione che si tratti di un’unica banda, possano essere assicurati alla giustizia.
Da “Il Quotidiano del Sud” del 15-05-2016.
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