La riorganizzazione messa in atto da Enel su tutto il territorio nazionale, non risparmia neanche la cittadina silana che, a questo punto, continua a perdere servizi.
Ad annunciare la probabile ed imminente soppressione degli uffici Enel Distribuzione, sono i sindacati Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil.
I rispettivi segretari regionali, Pisanti, Portaro e Campana, hanno inviato una lettera al sindaco Nicola Tenuta.
"Desideriamo portare alla vostra conoscenza – vi è scritto – che Enel Rete Calabria ha presentato alle nostre organizzazioni sindacali un piano di riorganizzazione che prevede la soppressione della struttura presente nella vostra città. Ciò rappresenterebbe un impatto negativo sia sulla qualità del servizio che su future opportunità di lavoro. Come sindacati ci stiamo adoperando per evitare l'ennesimo scippo ad una Regione già gravemente penalizzata ma siamo consapevoli che la nostra azione di contrasto svincolata da un coinvolgimento più ampio che coinvolga le istituzioni locali, provinciali e regionali, rischia di non cogliere il risultato auspicato. Siamo certi che l'amministrazione comunale farà sentire la propria voce contro le intenzioni di Enel che vuole considerare di serie b i cittadini calabresi ed acresi."
Il Comune ha provveduto immediatamente a rispondere alle organizzazioni sindacali e si è detto disponibile ad ogni forma di collaborazione per scongiurare quanto da Enel previsto.
Già nei prossimi giorni il sindaco Nicola Tenuta e i rappresentanti sindacali avvieranno una serie di incontri per concertare le iniziative da mettere in atto."
Nel frattempo i cittadini assistono impassibili e preoccupati a queste continue soppressioni: nei mesi scorsi era toccato all'ufficio postale di Duglia ed al presidio della Guardia di Finanza mentre qualche anno fa anche la struttura Enel Produzione fu ridimensionata.
Salvo, invece, l'ufficio del Giudice di Pace. Gli uffici Enel sono presenti da circa cinquanta anni da quando, cioè, fu inaugurata la centrale idroelettrica di Mucone.
Operai ed impiegati, molti dei quali ancora oggi ivi residenti, provenienti da ogni angolo d'Italia, soprattutto da Napoli, invasero la città sollevando la fragile economia locale di quel tempo.